Un servizio, diecimila clients…

E’ abbastanza curioso il caso del successo della piattaforma di microblogging Twitter, a mio avviso.

Se ci si pensa, on si può che convenire sul fatto che offra un servizio quanto mai semplice e in un certo senso minimalista, come si può vedere consultando il sito e osservandone il funzionamento. Solo testo, solo 140 caratteri, niente multimedialità (foto, musica, etc), niente commenti veri e propri ai post (ooops, ai tweets), niente “gruppi”, hashtags e cose simili.

Eppure è un modello al momento indubbiamente vincente: anzi, la cosa buffa, a rifletterci, è che sono proprio altri servizi, che avevano provato ad ispirarsi al meccanismo di Twitter però ampliandolo e arricchendo l’offerta con la possibilità di veicolare altri media, che magari se la passano maluccio (qualcuno è chiuso, qualcun’altro ristagna, etc…)

Così il meccanismo minimale solo testo pare funzionare. La gente lo usa, e parecchio. In realtà, parte della faccenda si comprende considerando il ricchissimo e quanto mai variegato parco di applicazioni – per le più diverse piattaforme, per i più vari sistemi operativi – che è cresciuto intorno a Twitter: un vero e vastissimo ecosistema di applicazioni che costituisce un chiaro valore aggiunto alla valutazione della piattaforma, dal quale non si può prescindere nel cercare di comprendere la diffusione del sito di microblogging. E’ forse il caso in cui un sito più chiaramente si avvantaggia dall’aver reso disponibili delle API per gli sviluppatori esterni; una sinergia al momento di una efficacia che teme ben pochi confronti.

Ogni utente di Twitter ne conosce alcune, di tali applicazioni: è interessante comunque dare uno sguardo alla lista dei 100 client più utilizzati, stilata da Twitstat: alquanto sorprendente, forse, il fatto che comunque l’interfaccia web, semplice quanto si voglia, rimane al primo posto…!

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Pubblicato da Marco Castellani

Marco Castellani, astronomo, divulgatore, scrittore

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