Sto rivalutando molto, molto la radio. Mentre trovo il mezzo televisivo – salve alcune rare eccezioni – sempre più insopportabile (sto invecchiando, lo so…). Dunque fatemi fare un piccolo elogio del mezzo radiofonico, ora vi tocca.. 🙂
Della radio apprezzo il fatto che non sia invasiva, che non ti pretenda ricettivo con tutti i sensi, ma ti arrivi soltanto come comunicazione sonora. Attraverso i tuoi padiglioni auricolari. Mentre senti la radio puoi guidare (con attenzione), puoi guardare un panorama, puoi riordinare la stanza, puoi stirare. Non stai lì come un imbecille davanti ad un tubo catodico (o LCD o al plasma, ma tant’è).
La radio privilegia, per costituzione strutturale, direi – l’essere sull’apparire. L’ospite in studio non deve essere imbellettato, non serve. Può essere anche brutto o bello, giovane o vecchio. Non servono nemmeno luci colorate, lustrini, vallette, letterine. Oppure tronisti: tanto non si vedono. Dunque è più facile veicolare concetti, favorire la riflessione, fornire spunti per il cervello. L’essere un mezzo antico è quello che la salva, la nobilita.

French Quarter studio of New Orleans radio station WWOZ
(Infrogmation photo, August 2006, GNU Free Documentation Licenze)


Passando molto tempo in macchina (ahimè), con il tempo mi sono accorto che vi sono davvero tante trasmissioni radiofoniche interessanti. E questo già solo nelle mie fasce orarie di “pendolarismo”… Da Benfatto su RadioUno la mattina alle 8.30 (e più volte ho avuto il privilegio di sentire persone sagge e assennate, come Vittorino Andreoli o Valerio Albisetti,  di cui leggo e rileggo i libri in continuazione), poi sul tono più leggero, Il ruggito del coniglio oppure Sei Uno Zero su RadioDue. Mi sono abituato anche a Caterpillar, sempre su RadioDue, spesso interessante. 

Anche il palinsesto mattutino della Radio Vaticana mi piace molto, un mix tra musica – spesso molto bella – notizie, lettura di giornali, traffico di Roma, commenti e approfondimenti. E la lista potrebbe continuare… Hollowood Party su RadioTre mi fa scoprire il cinema, anche Sei Gradi di nuovo su RadioDue è un interessante esperimento di connettere musiche molto diverse secondo un filo logico…. Insomma la lista di belle trasmissioni è lunga, e sono certo che ogni radioascoltatore potrebbe aggiungere degli items.
Soprattutto, la radio non ti mette davanti ad uno schermo. Inizialmente, non avrebbe potuto farlo, tecnicamente parlando.

In questo periodo, è anche una scelta di libertà.

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