Si possono imparare molte cose anche dagli sbagli: questa è una regola di vita praticamente assodata, e non serve certo ribadirla in questa sede. Però ha una declinazione interessante anche nel web: così, in maniera simile a quanto abbiamo fatto per i siti di Ubuntu, Apple e Microsoft, vediamo un pochino cosa succede quando digitiamo l’indirizzo di uno dei famosi motori di ricerca, appendendo volutamente alla URL una stringa di nessun significato (ovvero cercando nel dato dominio una pagina chiaramente inesistente). Il server ci deve rispondere che quella pagina, naturalmente, non c’è. Abbiamo fatto una richiesta sbagliata. Ma come gestisce il nostro sbaglio? Questa è la parte interessante, secondo me.
Un esperimento facile facile…
Allora proviamo con Google, inevitabile prima opzione. Ecco cosa accade:
Un robottino triste e spezzettato (o meglio, triste perché spezzettato, con ogni probabilità) ci accoglie informandoci che la pagina che cercavamo non esiste sul server. Non manca neanche il dettaglio tecnico: è un errore “404”, pagina non trovata. Ad ogni buon conto, conclude con “è tutto quello che sappiamo”. Come a dire, ci spiace, ma la questione è chiusa.
Andiamo ora su Bing, il motore di ricerca Microsoft. Cerchiamo una pagina inesistente e vediamo cosa accade:
Ci accoglie giustamente in italiano, intanto. In maniera sobria ci dice che la pagina non esiste, e si mostra volenteroso per aiutarci a uscire dall’errore in cui, evidentemente, ci siamo incastrati. I suggerimenti sono un pò generici, ma non si può chiedere di più, perché il povero Bing non ha idea, in realtà, di come mai siamo finiti a chiamare una pagina che non c’è.
Cosa fa invece il “vecchio” padrone della rete, i re del web1.0, ovvero il celebre Yahoo! ?
Ecco qui cosa ci presenta:
Stavolta in inglese – ma similmente a Bing – si prodiga in un paio di generici suggerimenti, dopo essersi scusato perchè la pagina cercata non esiste (colpa nostra, a dire il vero, non certo sua). Forse un pochino asettico, come del resto Bing.
Conclusioni
Che dire… sarò di parte, ma la pagina più simpatica secondo me, è proprio quella di Google, che non cerca di aiutarti in maniera generica. Anzi ammette la failure (mia, sua, non è specificato, e forse non conta) con quel robottino simpatico ma triste (tuttavia, il fatto che brandisca una chiave inglese nell’arto meccanico fa pensare che le speranze per una ricomposizione armonica siano tutt’altro che esaurite), e poi conclude laconicamente con “è tutto quello che sappiamo”, da cui però traspare un intento ancora giocoso, a mio avviso.
Di converso, le pagine di Bing e Yahoo! mi fanno pensare ad un ambiente tipicamente da “ufficio” piuttosto serioso e non molto esaltante (mi perdonino quelli che hanno esperienza di uffici frizzanti, non vorrei generalizzare). Informativo sì, ma non troppo, collaborativo certo, ma non troppo; comunque con poco tempo e spazio per scherzare su una richiesta sbagliata.
Tendenzialmente vengo attratto dalle cose giocose, così la mia simpatia va a Google, senza tentennamenti. Dopotutto, se ho usato per anni linux anche quando era (diciamolo) veramente un’impresa avere un ambiente desktop veramente operativo e competitivo con altri sistemi, è stato quasi esclusivamente per il senso di avventura e di giocosità insito nel movimento culturale open source.
Difatti, se ti diverti, se si desta il senso di scoperta, superi un sacco di ostacoli con una facilità incredibile.
Ora me ne rendo conto: ci voleva un errore, per scoprirlo.