Google Plus, il social network del gigante del mondo della ricerca (inteso come motore di ricerca, non come attività scientifica!) è da poco diventato aperto al mondo: da ora ci si può iscrivere senza più bisogno di inviti.
Nei circa novanta giorni in cui G+ è rimasto in fase sperimentale, il team non si affatto preso una vacanza, ma ha lavorato sodo apportando circa un centinaio di miglioramenti all’interfaccia e alle potenzialità del nuovo social network. Segno che stavolta Google ci crede davvero, e ci mette la faccia (e una consistente operosità). Stavolta finalmente Facebook ha uno sfidante serio. Dico finalmente perché credo che la competizione sia più che mai salutare, in questo campo. Anche a costo di creare un pochino di confusione, dovuta al fatto che – ovviamente – i vari network non si parlano. Il profilo su Facebook non ha modo di interagire con quello si G+. Sarebbe bello un protocollo minimo comune – allora essere su un network sarebbe come avere un indirizzo di posta: posso interagire via email anche con chi ha un differente provider (grazie al cielo). Ma tant’è, al momento .
Ora su G+ si può anche disegnare…! (dal blog di Google Plus)
E’ intrigante, comunque, accorgersi come i due network si stiano studiando. Se G+ ha preso moltissimo da FB, nei meccanismi e nelle dinamiche essenziali (fino a livelli di dettaglio come la recente l’introduzione dei giochi) è anche vero che nelle ultime settimane lo spesso dormicchiante lento sviluppo di FB ha avuto un sussulto di attività: guarda caso, è stato anche introdotto un meccanismo simile alle cerchie di G+, ovvero una gestione più completa e più immediata di liste diverse di amici. E altre grosse novità pare siano in imminente arrivo.
Il risultato netto, alla fine, è che uno si trova con un profilo su entrambi i network. Sì perché anche se appassionati di G+, Facebook non è facile da abbandonare (e non mi riferisco ai problemi più volte sollevati di rimozione degli account). Non è facile perché ha molte cose che funzionano proprio bene, e che ancora G+ non possiede. Prendiamo soltanto l’esempio delle pagine. Strumento efficacie e flessibile per creare “comunità” attorno ad un progetto, ad un sito, ad un interesse. Ad esempio, se ora io lasciassi FB, a chi li abbandonerei i 730 e passa fans della pagina di GruppoLocale??
Con buona pace di progetti pur interessanti come Diaspora (che reclama come sua – con qualche ragione – l’idea delle liste di utenti), mi pare che G+ sia l’unico credibile concorrente di Facebook, al momento. E non penso la situazione possa cambiare a breve. Ora come andrà? Ci abitueremo a due network? Tornerà uno a prevalere sull’altro? Si parleranno, prima o poi, in qualche misura? Come dice l’amabile canzone di Battisti, lo scopriremo solo vivendolo….
Partiti! Siamo partiti con la scuola, e anche con la lavagna nuova. Che non è la vecchia cara lavagna di ardesia…si chiama LIM ed è tutta da scoprire. Bene. Lo faremo insieme. Subito ecco un limite: non posso cacciarci dietro in castigo il povero Pierino perchè….è appesa al muro! Dovremo escogitare altri angoli dove mandare in meditazione i pargoli disobbedienti…. Prima di tutto l’accensione….sembra una cosa facile, ma ahimè…mai dare niente per scontato. Con una certa baldanza mi avvio in classe dopo che il signor Diego, bidello fac-totum, ha collegato portatile e proiettore. E che ti vedo sulla meravigliosa superficie lavagnesca? Una bellissima immagine a forma di trapezio!! Ok, niente paura, la maestra sa usare il computer….e che ce vò?
Telecomando alla mano inizio ad andare su e giù dal menù. Chiamasi ‘smanettare’ quando non sai bene cosa fare…i ragazzi dicono la loro, e non uno per volta. A turno vengono chiamati: il bidello, la Grazia che ha fatto il corso, il segretario che ‘lui si che se ne intende’…risultato? Il bel trapezio rimane ostinatamente al suo posto. In men che non si dica arriva l’intervallo e mentre i pargoli giocano in cortile la maestra dalla testa dura dichiara guerra alla macchina. Mai dimenticare che questi aggeggi sono veramente tonti, velocissimamente tonti, capiscono solo un comando alla volta. Bene. Rifacciamo lentamente i passaggi e cerchiamo di capirci con l’autistico multimediale. Miracolosamente trovo un capitolo del menù che si chiama ‘trapezio’…sì, proprio così….tra-pe-zio. Ed è lui quello che mi serve…tic, tic, tic ed ecco che il fetente diventa un bel rettangolo: il desktop del portatile ingigantito sulla lavagna. “Bambiniiiii, la maestra ci è riuscitaaa” tutti dentro e 100 punti guadagnati in informatica! “Ma come hai fatto?” Rispiego i passaggi, è come una assicurazione, un nodo al fazzoletto, io sono sicurissima di dimenticarli fra dieci minuti, i marmocchietti invece li hanno subito stampati nel cervello. Ora si apre una questione: se avessi preparato tutto prima non sarei incappata in questo rallentamento ma…. non è neanche male la possibilità di far partecipare i bambini alla soluzione di questi spiccioli pratici problemi, tante volte trovare tutto bell’e pronto ci impedisce di imparare cose.
Ed ora la lezione. Pronti…via. Ma nooo che eravamo già partiti! Si, è vero….seconda tappa. Non c’è un solo tipo di Lim, alcune funzionano al solo tocco delle dita, un po’ come l’ipad, per altre è indispensabile la penna…’maestra va bene anche la bic?” noooo, è una penna apposita, ovvio! La nostra lavagna è di questo secondo tipo. Una volta avviata scopriamo che può essere usata come semplice schermo del computer oppure, con un software apposito, come vera e propria lavagna per scrivere e disegnare….ma questo alla prossima lezione!
In epoca di Internet, social network e compagnia bella, può sembrare desueto l’intento di tenere un diario. Un diario personale, intendo. Un posto (essenzialmente) privato dove annotare in piena libertà fatti e sensazioni riguardo la propria vita, le persone con cui si viene a contatto. Le proprie frustrazioni, i propri sogni. Epperò un diario ha ancora ragione di essere, a mio avviso, come scrivevo l’altro giorno nel mio blog.
Posto che dunque si voglia trasferire sul mezzo elettronico la splendida, salutare nonché catartica attività di scrittura quotidiana di un diaro, ci si può chiedere quale sia il software da utilizzare. Naturalmente la domanda così posta è un tantino naive, poiché è ovvio che dipenderà dai gusti, dalle propensioni, come pure dal mezzo tecnico a propria disposizione (portatile, desktop, palmare, connessione always on, nessuna connessione, etc).
Per quanto mi riguarda – una volta risoltomi seriamente a tenere tale diario – ho fatto qualche esperimento e ho giocato un pò con qualcuno dei programmi più noti e – spero vi interessi – ecco qui le mie impressioni…
Premetto che quando dirò è influenzato profondamente dai mezzi tecnologici al momento a mia disposizione, essenzialmente un MacBook (di fine 2008) e un iPod Touch (vecchio tipo, per la precisione). Ecco alcune delle soluzioni che mi sono sembrate più interessanti (in un elenco decisamente incompleto e squisitamente soggettivo, sia inteso)
Un gran ben programma, altamente configurabile (pure troppo, perché non ho ancora capito come fare certe cose, tipo togliere il campo “titolo” dai post). Permette un mucchio di cose, come tenere diversi diarii, generare diari “smart” da delle condizioni chiave (un dato tag, per esempio), inserire rapidamente immagini, scrivere a pieno schermo in modo da non avere distrazioni, stampare in PDF in una veste accattivante, e tantissimo altro. Di contro – ma non è necessariamente un difetto, dipende dalle abitudini di utilizzo – è necessario un computer per aggiornare il diario: intendo, non si può fare con telefoni o palmari o altro (per i melomani, intendo un i-qualcosa: iPod, iPad, etc). Dal lato positivo, non è necessario essere online perché è una vera e propria applicazione desktop (ma se il disco rigido ci lascia, potremmo perdere tutto, in mancanza di backups). Decisamente da tenere in alta considerazione, anche se per configuarla può essere necessario affrontare la lettura del poderoso manuale. Buone possibilità di esportazione, anche in formato PDF. Ottimo per chi vuole un programma sofisticato altamente configurabile.
Momonote è una applicazione per web e iPod/iPad, che permette di registrare delle note personali, dunque anche un diario, le quali risultano accessibili in una pagina web a cui si accede con il proprio account. Mentre per usare il sito bisogna ovviamente essere online, da iPod ad esempio si può scrivere anche senza la connessione, poi quando è possibile avverrà la debita sincronizzazione dei post. Momonote ha un sistema di tag molto potente (il suo vero punto di forza, a mio avviso), per cui è facilissimo riordinare i propri pensieri per argomenti. Personalmente lo trovo utile più che come diario, come sistema per registrare (buoni) propositi, autoesortazioni e citazioni, da rileggere nel momento del bisogno (ma questo è un punto di vista molto personale).
DayOne è un’applicazione che per un prezzo moderato si può istallare sul proprio Mac, ed anche su un iPod/iPad. Strutturalmente molto semplice ma di aspetto gradevole (uno dei suoi punti di forza, senza dubbio), l’applicazione per Mac aggiunge una iconcina sulla barra superiore, in modo che aprirla e mettersi a scrivere è questione di un momento. Se non si vuole nemmeno aprire, si possono programmare dei reminder in cui appare la finestrina in cui immettere il testo. Non ci sono – al momento – possibilità alcune di formattazione, nemmeno italico o grassetto (ma sono previste dalla roadmap, sembra). Non si possono inserire immagini (allo stato attuale). Questo può essere visto come una limitazione oppure un accenno di minimalismo che aiuta ad essere focalizzati sulla scrittura. Financo le possibilità di esportazione sono piuttosto limitate, anche se gli sviluppatori (mi) assicurano che sono al lavoro. DayOne usa un account Dropbox per sincronizzare i file. Si può scrivere anche offline e poi il sistema provvede a sincronizzare i vari post presenti in diversi dispositivi.
Alla fine della fiera, mai come in questo caso, è tutta questione di gusti: dal mio punto di vista, il programma migliore è quello che più di altri invoglia a scrivere con continuità. Personalmente trovo che DayOne sia ideale, per tale compito. La finestrina non intimidisce, a differenza dell’enorme spazio che apre ad esempio MacJournal (mi fa venire un panico da pagina bianca). L’estetica appare curata e alla fine questo invoglia di più. Poi magari anche se uso il MacBook, una annotazione al volo la posso aggiungere dall’iPod (no, l’iPad non ce l’ho…). Spero che venga presto inclusa la possibilità di esportare il proprio diario in un formato magari PDF elegantemente predisposto. Il diario è privato, siamo d’accordo, ma potrebbe essere piacevole condividerlo, ad un certo tempo… 😉