iOS7, minimalista… all’eccesso?

Ibookiphone
Come eravamo (iPhone) …

Confesso che ci ho provato. Ci ho provato assolutamente, a farmi piacere iOS7 e il suo design… minimalista. 
Allora, c’è una cosa, indubbiamente positiva. C’è il fatto che iOS7 ha introdotto una serie di funzionalità effettivamente molto interessanti. Diciamo pure che – accanto a delle peculiarità intriganti che tutti conosciamo e ci hanno portato a questo sistema operativo mobile – vi erano peraltro delle mancanze abbastanza gigantesche nella versione precedente di iOS. Tanto per dirne una, non ci dimentichiamo che per spegnere il wireless quando uscivi di casa, dovevi compiere una serie di operazioni piuttosto seccanti: entrare nelle impostazioni, trovare il settore del wireless, arrivare all’interruttore on/off. Insomma, facevi prima a dimenticarti di farlo e accettare di consumare un poco più di batteria (e anche di farti chiedere ad ogni incrocio di strada se volevi entrare nelle reti wireless che il telefono rilevava, peccato non avessi la password).
A parte questo. Volevo soltanto dire che ci ho provato. Ecco, prendiamo le nuove icone, dal disegno semplice semplice, essenziale. Sembrano disegni per bambini mi ha detto una collega. Eh sì, certo, pensavo. Bisogna capire il cambio di prospettiva, bisogna prendere tempo per abituarsi. Anche l’essenzialità è bella, dopotutto. D’accordo, bisogna abituarsi. Il punto è tutto lì. Pensavo.
Infatti fino ad oggi ho fatto questo, ho cercato di abituarmi. E pensavo abbastanza di esserci riuscito. Di essermi convinto autonomamente a pensare che dopotutto  il design di iOS7 è bello. E’ un passo avanti. E’ moderno.
Balle.
Eh sì, perché questo non dovevano farmelo. Questa no, proprio no. Questo rompe ogni tregua.
Passi che il blocco note da quel meraviglioso oggettivo fatto a somiglianza di un vero blocchetto di appunti, si era trasformato in un semplicissimo spazio bianco (che ci vuole a realizzarlo così? qual è il passo avanti estetico o funzionale? Spiegatemelo…). Va beh, passi. Passi anche la trasformazione del calendario. Anzi, quasi quasi si consulta meglio, così semplice. Passi anche la trasformazione dei promemoria (dopotutto c’è la necessità di uno stile coerente tra le varie app, bla bla…). 
Come è Aldiko per Android …. almeno questo ha gli scaffali … 
Poi tutte le varie applicazioni, anche di terze parti, che si aggiornano in poco tempo tutte in puro “stile iOS7”. Ok, non so se mi piace, ma comunque definisce uno standard, una linea, un segno dei tempi. C’è una omogeneità che ha i suoi lati positivi, segna un cambiamento, definisce  e contraddistingue (nel suo piccolo) la nostra particolare era telematica.
Ma questo no. Questo proprio no.
Non me ne ero accorto, non lo sospettavo (ma avrei dovuto). Ma me ne sarei comunque accorto presto, molto presto. Ieri pomeriggio, per ristorarmi dopo un ritorno a casa nel quale non ero proprio di ottimo umore (capita, e il traffico non aiuta di certo), apro iBooks sul mio iPad 2… e rimango basito. Non ci sono più gli scaffali in finto legno, c’è un asettico sfondo chiaro. Poi apro un libro, e non trovo più l’elegante presentazione a cui ero tanto abituato. Tutto sparato piatto sullo schermo. Eh, forse ho sbagliato applicazione. Ho aperto magari Kindle per iOS, vedrai. Bello, certo: ma dal design più essenziale, meno elaborato. Beh, può succedere.
Invece no. Controllo, ho aperto proprio iBooks.
Allarme. Mi viene il sospetto che sia successo qualcosa, in mia assenza. Certo ora le app si aggiornano da sole, dunque… Vado a vedere: sì è stato aggiornato da poco, in effetti. 
E sono davanti alla cruda realtà.
Quello che fino a ieri aveva costruito quella bellissima metafora visiva della vera libreria, con tanto di scaffali di legno in cui erano appoggiati i volumi. Una delizia, una autentica delizia per gli occhi. Ti faceva venire già voglia di leggere. Al confronto anche l’ottima applicazione Kindle svaporava, svaporava letteralmente.  
Come eravamo (iPad) … Quella ombreggiatura centrale,
che ricordava tanto la piega delle pagine….
Tanto che spesso la tentazione di comprare un libro sullo store di Apple invece che su quello di Amazon, oltre per la comodità di non dover uscire dall’app per fare l’acquisto, era anche basata sul godimento dell’interfaccia grafica.
Come siamo diventati…
Ora non più. Cara Apple, ti dico che ora ho molti meno motivi nel fare acquisti sul tuo store (non so se ti importa, ma io te lo dico lo stesso). 
Poi, fatemi dire, quale progresso c’è nel togliere opzioni? Praticamente è scomparsa l’opzione libro in favore di quella schermo pieno. Prima potevi scegliere, ora non lo puoi più fare. E a me – si sarà capito – l’impaginazione libro piaceva davvero molto, con la righini in mezzo alle pagine, le ombreggiature appropriate. Avevi proprio l’impressione di essere davanti ad un libro reale, in un certo senso. Cosa che nessun Kindle o analogo poteva darti.
Per me la gloriosa interfaccia di iBooks è stata una delle più belle sorprese seguite all’acquisto dell’iPad, a suo tempo. Non c’era niente di così delizioso nell’offerta in app della controparte Android. Peccato che a volte – viene da pensare – le cose belle non durano. Sembrerà esagerato, ma mi sento quasi quasi di affermare che ho un motivo di meno per rimanere con iOS.
Non sono sempre d’accordo con De André (comunque geniale, comunque un maestro) ma questa stavolta ci sta bene…. E come tutte le più belle cose / vivesti solo un giorno / come le rose. (La canzone di Marinella)

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Pubblicato da Marco Castellani

Marco Castellani, astronomo, divulgatore, scrittore

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