Verso la fine degli anni ’60 |
Così se pur rimane, per me, il desiderio (o il sogno) di avere a disposizione il catalogo completo, comprensivo del secondo periodo di Lucio, quello in collaborazione con Pasquale Panella (tanto bello e luminoso quanto ancora sostanzialmente non compreso) c’è comunque tutta la gioia di avere intanto alcuni dei suoi album più celebri, finalmente disponibili sulle piattaforme di streaming.
Per dire, ora una delle tante playlist di musica italiana non sarà più costruita attorno ad una mancanza, ma guadagnerà senz’altro caratteri di integrità e completezza, mai azzardati prima di questo fine settembre.
E il consumo della musica di Lucio Battisti diventa anche tracciabile, monitorabile, indagabile. Alfine, esposto e disposto al data mining, in tutte le sue forme, presenti e future. Al momento che finisco di scrivere questo post, il conteggio delle riproduzioni dei brani più gettonati (termine alquanto desueto ma in fondo adeguato) del nostro, sono (guarda un po’) quel 29 settembre nel quale tutta questa storia ebbe inizio (577.509) poi Mi ritorni in mente con 540.761 riproduzioni e appena dopo, immancabile capolavoro, Il mio canto libero (501.338 riproduzioni). Sono i tre brani che, all’alba del 3 ottobre, hanno passato il mezzo milione di riproduzioni. E sono passati appena quattro giorni e un pochino, dall’apertura del catalogo. C’è da scommettere che quando leggerete queste righe, i numeri che ho riportato siano già ampiamente superati.
Insomma. C’è bisogno di buona arte, di buona musica, di buon parlare, in questo mondo, troppo spesso asservito alla distrazione e al chiacchiericcio. Mettere Lucio Battisti in rete risponde (al di là delle ovvie logiche commerciali, sempre presenti) a questo bisogno, va in questa direzione. Dunque è una cosa bella, luminosa. Che fosse prudente “preservare” Lucio dai social, dalla rete, come dicono alcuni? Forse, in un certo senso. Teniamo conto però che troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante, come ci ricorda proprio il nostro cantautore (La collina dei ciliegi, ovvero qualcosa che sta alla musica popolare italiana, per lo splendido equilibrio, come una sonata per pianoforte di Mozart sta alla musica classica).
Aggiungendo, e quasi sempre dietro la collina il sole.
Quando avremo anche il catalogo del secondo Battisti, i meravigliosi cinque album con Pasquale Panella (tanto sperimentali quanto autenticamente godibili) avremo ancora un poco più di sole, nelle orecchie e sulla pelle, in ricircolo nel cuore. Per ora, godiamoci queste piccole gemme. Ironiche, scanzonate, profonde, canticchiabili. Diciamolo, eterne.
Grazie Lucio. Ci ritorni in mente, oggi più che mai.
E comunque, ci manchi.