Quell’iPhone 14, senza luce

Sì in pratica mi pare senza luce, e per quel che costa non mi pare poco. Senza luce quando è spento, quando non lo usi. Cioè, schermo nero. Voi direte, ma è normale, no? Fino ad un certo punto, normale fino ad un certo punto.

Perché anche molti telefoni di fascia più bassa (sì, sto pensando anche al mio Samsung Galaxy M31) hanno un always on display che ti mostra delle informazioni di base (ad esempio ora, lista di app che hanno notifiche, carica batteria) anche quando non lo stai utilizzando. Quando è appoggiato lì, sul tavolo. Gli butti un’occhiata, e ti dice qualcosa. Comodo, senz’altro. C’è una cosa simile ma solo per la versione Pro oppure Pro Max (prezzi sopra i 1300 Euro per il primo, sopra i 1400 per il secondo).

D’accordo, se sei fuori a vedere le stelle, va bene. Altrimenti, magari ti piacerebbe che lo schermo, anche se non manipolato, ti dicesse qualcosa.

Un cavetto USB-C, che ambirebbe ad essere universale

Un’altra cosa che non mi garba è che non lo carichi con la USB-C, come quasi tutto il resto del mondo ormai. Cioè se stacchi il Kindle, o il tablet, e attacchi il tuo bel nuovo iPhone, devi cambiare cavo. Questo sembra una stupidata ma nella vita pratica ti secca, ti secca proprio. Magari sei lì la notte che traffichi sul comodino, vuoi un modo semplice per mettere in carica il telefono, e invece no, il cavo che avevi già attaccato non va bene, ti devi alzare e prenderne un’altro. Poi dove l’avrò messo il cavetto dell’iPhone?

Credo che dovremmo andare verso un Universo che conservi tutto il suo mistero, certo, ma sia riempito di cose semplici, il più semplici possibile. Dovremmo diminuire, non moltiplicare. Anche le cose di esperienza più semplice, pratica, elementare. Anche i cavetti. Un formato va bene, per tutto. Deve essere così.

Tornando alla piccola storia, alla fine devi accendere la luce per cercare il cavetto giusto, attaccarlo e finalmente caricare l’iPhone (quello senza luce).

Poi ho scoperto che non ha il lettore di impronte digitali e di questo proprio non mi capacito. Mi sembra così tremendamente comodo, così più semplice e veloce anche del riconoscimento del volto, che non capisco. Io ormai difficilmente farei a meno in un telefono del fatto che toccando un tastino, o una zona particolare, avviene il riconoscimento della mia impronta digitale e lo sblocco del telefono stesso. Di giorno, di notte, non importa. Il mio dito basta a sbloccare, non devo puntare il telefono sulla mia faccia, posso avere occhiali, occhiaie, può essere buio, non fa niente. Dal dito sai che sono io, questo basta. Semplicità.

Poi ci sono varie altre cose da considerare, certamente, per l’iPhone 14. Tante cose positive, processore veloce, poi tutto il mondo di servizi Apple (se vi piacciono), e molto altro. Infatti questo non è un per niente confronto equo e tantomeno può essere una recensione (se ne trovano in rete, comunque), è semplicemente una piccola lista di perplessità.

Per un telefono il cui prezzo di partenza è superiore ai mille Euro, queste perplessità credo pesino abbastanza. Che ne dite?

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Pubblicato da Marco Castellani

Marco Castellani, astronomo, divulgatore, scrittore

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