Adeguarsi allo standard

Certo c’è modo e modo, potremmo dire. Adeguarsi allo standard in certi casi pare esser qualcosa di difficile. Ognuno ha le sue ragioni, sicuramente. Se ne potrebbe parlare all’infinito: evitiamo.

Se non hai il cavetto “giusto”, vai piano piano…

La legislazione europea ha richiesto che gli iPhone e altri apparecchi di Apple si uniformino allo standard USB-C già adottato ampiamente nel mondo Android. Una cosa estremamente positiva, a mio modo di vedere. Una comodità incredibile, usare un solo cavetto per tutto (smartphone, tablet, lettore ebook, eccetera).

Sono giunti rumors sul fatto che però Apple potrebbe limitare la velocità di carica ed altre funzionalità nel caso di utilizzo di cavetti USB-C non certificati da Apple. Certo sono solo voci, ma la cosa è già preoccupante. Sì mi adeguo allo standard, ma il cavetto lo compri (a caro prezzo) soltanto da me.

Se così fosse non sarebbe un vero adeguamento, siamo d’accordo. Per questo l’Unione Europea ha scritto ad Apple mettendo in guardia dall’adottare questo comportamento (ripeto, tutto da verificare).

Due spunti soltanto, per riflettere. Primo, finalmente un’Unione Europea che almeno in questo caso sembra svolgere un vero servizio per il consumatore e offre un riparo consistente allo strapotere di una multinazionale. Secondo – sempre fosse vera l’ipotesi – questo chip che controlla se l’accessorio è originale chi lo pagherebbe, alla fine? Siamo all’assurdo che per comprare un iPhone dovrei sostenere il costo perfino di marchingegni che lavorano contro la mia stessa libertà di consumatore?

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Pubblicato da Marco Castellani

Marco Castellani, astronomo, divulgatore, scrittore

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