Qualche settimana fa sono andato in una scuola dell’infanzia, una esperienza molto bella che non avevo mai fatto prima. Avevo predisposto una presentazione molto semplice con a tema la Luna. Pochissime scritte (d’altra parte se l’uditorio non sa leggere, le scritte sono piuttosto inutili), molte figure, filmati. Qualcosa per interessare i più piccoli, cercando di non per annoiare.
Avendo ormai fatto più di qualche conferenza qua e là, ho appreso qual è, dal lato tecnico, la cosa che porta meno problemi sia all’organizzazione che al relatore (me stesso, in questo caso). C’è poco da fare, quel che è più sicuro che funzioni, è avere una presentazione PowerPoint sul computer. Attenzione, non solo su OneDrive (e i suoi simili, tipo Dropbox e Google Drive e simili metodi per memorizzare altrove le cose tue), ma scaricata in locale, perché la rete non funziona quando ti serve davvero. E comunque, non puoi pretendere di trovarla in una scuola dell’infanzia. Devi avere la presentazione sul tuo computer, deve proprio essere lì.
Ed anche, su una chiavetta USB (mi raccomando non USB-C altrimenti è quasi come non averla, in queste situazioni). Su una chiavetta perché trovi la situazione in cui ti dicono che il computer associato allo schermo è quello della scuola e tu al massimo puoi caricarci un file, altrimenti non è garantito nulla…
Chiaro, tale situazione non ti esalta, perché non usare il tuo computer, quello nel quale hai sviluppato la presentazione stessa (o almeno l’hai ben verificata prima di venire qui), per quanto appaia quasi una comodità (potresti farei a meno di portartelo dietro, addirittura), in realtà apre la strada ad una serie quasi infinita di potenziali noie. Alcune delle quali (elenco non esaustivo), possono essere:
- La versione di PowerPoint istallata sul computer del luogo dove devi fare il tuo intervento è quella di quando Bill Gates aveva molti meno anni di quanti ne hai tu adesso (il che la dice lunga), ergo la tua presentazione (bella ma un po’ pesante in termini di memoria occupata) non si carica, o peggio si carica male, perché diventa lentissima e soprattutto quel filmato che volevi proprio fare vedere, niente, quello proprio non parte. E non c’è niente di più penoso, per relatore ed ascoltatori, che riparare in frasi tipo e qui si sarebbe dovuta vedere l’astronave che scende nel mirabolante pianeta abitato dagli omini verdi, purtroppo per motivi tecnici non possiamo… (la frase è di fantasia, beninteso)
- Il computer a tua disposizione è un modello uscito più o meno all’epoca del lancio delle due Voyager (spesso questo richiama anche la condizione precedente). E nonostante sia molto meno esposto ai raggi cosmici e più esposto a possibili interventi di manutenzione, funziona meno bene di quelli a bordo delle due sonde (specialmente ora che Voyager 1 ha ripreso a farsi capire da noi a Terra).
- La tua chiavetta non parla con il computer, vai a capire perché ma si ignorano proprio, quindi niente si riesce a caricare nella sua memoria. Tantomeno la tua presentazione.
Per tutto questo, è già una vittoria da celebrare, se ti permettono di agganciare il tuo computer al dispositivo di proiezione. Il computer in sé, per essere utile e non complicarsi inutilmente l’esistenza, deve esporre, come si diceva sul finire dell’anno scorso, una bella connessione HDMI. In caso, meglio anche portare un cavo HDMI, hai visto mai.
Insomma, si sarà già capito quanti problemi possono sorgere anche quando tenti di adeguarti agli standard de facto, ovvero presentazione in PowerPoint (qui non si discute affatto su quale software di presentazione sia più scintillante, PowerPoint o Keynote o il nuovo iA Presenter o quel che volete voi). Figurati se poi arrivi da alternativo con la tua bella presentazione Keynote, sicuramente fighissima, stratosferica, delicata, colorata e deliziosa. Ma che si può caricare da Keynote e basta. E no, mi spiace, la scuola/istituto/associazione/circolo/rettorato/diocesi non ha Keynote, non abbiamo proprio dispositivi Apple.
Quindi tu che fai?
Ah certo, mi vuoi dire che prevedendo tutto questo, hai preparato la tua presentazione in KeyNote e l’hai poi esportata in PowerPoint. Così pensi di andare tranquillo (fatto salvo tutto quanto scritto prima). E scusami, sei sicuro che tutto funzioni bene? Dove l’hai testata, che abbia PowerPoint originale? E di più, a questo punto (qui arriva il motivo più filosofico), se la presentazione la devi spostare in PowerPoint, perché non la prepari direttamente con questo software, che così lo usi nativamente e lo puoi sfruttare al massimo? Insomma, perché ti prepari un discorso in inglese se poi lo devi pronunciare in italiano (per dire)? Non è meglio mettersi nel framework che viene compreso ed adottato da chi si aspetta di ricevere informazioni da te? E comunque, così facendo, ti tocca imparare come funziona Keynote ed anche come funziona PowerPoint, perché il fallback su quest’ultimo è più che probabile, nella vita reale (non nel fatato e recintato mondo Apple, quello è un discorso differente).
Quindi, riepilogando: chiavetta USB con presentazione PowerPoint, computer Windows con identica presentazione dotato di uscita HDMI. Chiavetta e computer, meglio se trasportati in borse diverse, per minimizzare il possibile impatto di perdite/furti/incendi/allagamenti eccetera. Allora c’è speranza, che le cose vadano in modo che tu possa presentare le cose come le hai pensate (certo, peccato che oggi hai questo catarro fastidioso, vabbè…).
Ah, ovviamente non va dimenticato che devi avere una copia PDF della tua presentazione, replicata ovunque tu abbia il file PowerPoint. Perché in caso di computer a carbonella o PowerPoint fermi a versioni indecenti, quello ancora lo puoi proiettare, quasi sempre. Certo, perdi animazioni e filmati e sonoro, ma almeno ti salvi la vita (di conferenziere). Che poi, anche se trovi in sala una attrezzatura dell’epoca della Mariner 4 (che alla fine le sue belle foto di Marte le ha fatte), non ci fai molta bella figura a metterti a criticare e polemizzare, quando loro (a torto o ragione) si aspettano che tu faccia il tuo bel discorso accompagnato dalle slides.
Non ti pare?