E’ una cosa psicologica, se volete. Ma fa la differenza, più di tanti fattori tecnici, più della esasperante corsa alla velocità di caricamento dei siti o della performance dell’ultimo motore Javascript. E’ l’uomo, più che la tecnica, insomma.
E’ una cosa psicologica, se volete. Ma fa la differenza, più di tanti fattori tecnici, più della esasperante corsa alla velocità di caricamento dei siti o della performance dell’ultimo motore Javascript. E’ l’uomo, più che la tecnica, insomma.
All’Osservatorio di Teramo (dove bazzicavo al tempo) c’era la rete, certo. Era la rete DECnet, che collegava i computer VAX del centro calcolo con il mondo esterno. Del sistema VAX ricordo alcune caratteristiche interessanti, come il versioning automatico dei file (ogni nuovo salvataggio di file veniva automaticamente etichettato con un numero progressivo, in pratica non ti potevi perdere nulla), e il fatto che il protocollo di posta fosse diverso da quello al quale siamo abituati. La rete DECnet aveva delle sue specificità. Tanto per dire, all’atto dell’immissione dell’indirizzo email la rete provvedeva instantaneamente alla verifica dell’esistenza del destinatario; qualora non lo trovasse, era impossibile proseguire oltre.
C’era tutto questo, e ovviamente altro ancora. Mancava però ancora una possibilità di questo tipo. Questo: era una cosa nuova, caricare una pagina web aveva di colpo un sapore tutto diverso… cominciavi a sentire il sapore di una vera rivoluzione.
E tu, ricercatore, borsista, persona che bazzicava istituti scientifici, eri in prima linea. Avevi l’idea di un mondo nuovo che stava arrivando, di cui la gente là fuori non sapeva ancora nulla.
E poi c’era l’aspetto creativo.
Potevi iniziare a creare dei contenuti che sarebbero stati visibili, potenzialmente, in tutto il mondo…
Certo c’era il personal computer, ma il veicolo principale per scambiare software erano i dischetti e poi il compact disk. Ogni computer era perciò come una monade, era un universo a sé stante, con poche via di accesso, molto ben definite. Ora non abbiamo idea della quantità di servizi che utilizzano la rete – o meglio, ne abbiamo idea solo quando per qualche motivo ci si trovi fuori rete.
A volte penso che sono fortunato. I miei figli sono già cresciuti nell’era della rete. La vera discontinuità, il punto di svolta, non l’hanno vissuto, in pratica. Avere ricordi di quando la rete non c’era e nello stesso tempo essere immersi nell’era telematica. Non è da tutti.
Per curiosità, sono andato alla pagina della Code Review di Google Chrome… sono rimasto assai colpito dalla frequenza degli interventi listati nella pagina. Nemmeno gli aggiormamenti di Wikipedia quasi quasi risultano così continui… !
Visto l'impegno e la dedizione, spero che la versione per Mac arrivi presto alla maturità che già possono vantare le altre piattaforme. Forza gente!
Ora avrei bisogno di un tool davvero maturo per il blogging. Ahh se arrivasse Scribfire su Chrome…!! 😉
Stando alle statistiche del mese di dicembre 2009 sembra che il browser di casa Google abbia superato quello di casa Apple. Ebbene si, secondo Net Applications Google Chrome è più utilizzato di Safari. Lo scarto non è molto, anzi è veramente esiguo, ma si tratta pur sempre di un sorpasso; 4.63% contro il 4.46%.
Tempi propizi, parrebbe proprio, per il browser di casa Google: il sorpasso su Safari sembra avvenuto in tempi decisamente rapidi, a testimonianza direi della bontà delle scelte progettuali di Chrome (e traendo indubbio vantaggio dal suo essere multipiattaforma).
Personalmente, anche su Mac OS X, non mi sono mai abituato all’uso regolare di Safari: attualmente, se ho bisogno di una macchina multi-accessoriata mi muovo con Firefox (non leggerissimo, ma davvero completo in quanto a estensioni); se invece devo fare un giretto rapido – o arrivare rapidamente ad un dato sito – ricorro a Chrome, la cui velocità di partenza e di rendering mi pare veramente impressionante (e certo non inferiore a Safari…).
Posted via web from SegnaleRumore Express
Ogni tanto è bene cambiare; almeno in certi ambiti, può essere vero. Uno che passa molte ore al computer considera inevitabilmente come fondamentale il software di navigazione in Internet: il classico browser.
Non sono riuscito a evitare che ogni tanto aprisse nuove finestre, laddove avrei preferito che si aprissero sempre nuove schede nella stessa finestra, per minimizzare la confusione (con Firefox ci riesco meglio). Tuttavia questo non è un grande problema, chiaramente, basta ricordarsi di premere l’apposito tasto prima di cliccare sul collegamento.
Che osta all’adottare Safari allora? Beh qualcosa forse c’è… Stasera volevo usare Feedly per leggere i miei feed RSS… beh non potevo, con Safari. Volevo usare Diigo per i miei bookmark online.. e insomma non potevo usare la mia amata toolbar. E Scribfire per scrivere sul blog?
Capite allora dove voglio andare a finire: la guerra dei browser, a parer mio, si giocherà sempre di più sulle estensioni, quelle piccole ma utili “aggiunte” che permettono di estendere e configurare il sistema come più ci piace (e ci serve). Firefox al momento svetta imbattuto, ma Google Chrome a quanto si vede, si sta rapidamente attrezzando. E non penso che gli altri (Safari, e forse anche IE), resteranno per molto al palo….
(L’immagine della simpatica “scatolina” di componenti è presa in prestito dal sito di estensioni di Firefox, che ne lista più di cinquemila…)
Ma la parte migliore doveva ancora arrivare… seguendo i consigli del sito, ho scaricato il plugin Cooliris per il browser (sto scrivendo su un PC con Ubuntu Linux e navigo con Firefox). Dopo un classico restart del browser, sono tornato alla galleria di foto: a questo punto ho potuto attivare l’opzione a pieno schermo e… sono rimasto a bocca aperta! Mi stavo muovendo in una galleria tridimensionale di stupende immagini: con un tocco della barra inferiore la galleria di immagini si muove con uno stupendo effetto grafico. Ci si muove e si allarga un’immagine con movimenti fluidi, veramente l’esplorazione delle foto diventa un piacere. Insomma, consigliatissimo, se volete vedere come la scienza diventi quasi.. arte! A quando trovare una simile possibilità su un sito divulgativo italiano? Speriamo presto…
L’unica cosa che mi viene da pensare, è che ritengo si possa usufruirne se il PC è abbastanza recente e immagino pure debba avere l’accelerazione grafica (ma non so, posso sbagliarmi). Se provate e vi piace, lasciate un commento a questa notizia, magari… 😉
Articolo pubblicato originariamente su GruppoLocale.it
Chromium Blog: Extensions at Google I/O
As some of you know, it’s already possible to write extensions using the latest developer build of Google Chrome. You can find out more about the system, and learn how to write your first extension, by reading our HOWTO document. We’ve really focused on making extensions as easy as possible to write, so you’ll be up and running in no time.
Doveva succedere: Chrome, il browser di Google, è snello, veloce, usabile. Il fatto che trattiene me (e credo moltissimi altri appassionati a Firefox) dall’adottarlo come browser principale (almeno quando sono su Windows) è la mancanza di un sistema di estensioni: quelle piccole aggiunte (piccole ma importanti) che permettono sostanzialmente di “costruirsi” un browser su misura, a seconda dei servizi e dei siti che si visitano più di frequente. Ecco che dunque i tecnici di Google, che chiaramente non amano star con le mani in mano, si stanno attrezzando. Signori, in arrivo il sistema di estensioni per Chrome!
Certo, taluni diranno che ormai Firefox ha un numero di estensioni anche di qualità, difficilmente raggiungibile. Tuttavia l’attenzione agli sviluppatori, l’adozione di standard “facili” per costruire le estensioni (significativo è il “Writing extensions is just like writing web pages”, cito da una slide della presentazione delle estensioni)… tutte cose che fanno ritenere che Chrome potrà diventare ben più “temibile” di quanto è ora, per il browser di casa Mozilla.
Per i più … avventurosi (!), infine, ecco anche le slides della presentazione del sistema di estensioni. Enjoy!
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