Identi.ca compie un anno!

Sicuramente di “successo” il primo anno del servizio di microblogging Identi.ca, visto il numero di adesioni e anche di clients che già sono stati sviluppati per la piattaforma: iniziata quasi come un clone di Twitter, ha aggiunto nel tempo una serie di importanti innovazioni sul lato tecnico, come il supporto ai gruppi, alle tags, e molto altro…

Ora Identi.ca celebra il suo primo compleanno, e nel medesimo tempo aggiunge altre importanti innovazioni sul lato tecnico, come il supporto alle conversazioni: ottima aggiunta senz’altro, che dovrebbe contribuire a diminuire il senso di frammentazione proprio, in una certa misura, di tali sistemi di comunicazione “veloci”, muovendo verso un sistema più fruibile e “consistente”… e c’è qualche importante novità in cantiere anche per Linux (in specifico riferimento al software che costituisce il “motore” di Identi.ca, che è open source), a giudicare dal post su Control Yourself:

“With our private beta of the status.net platform and the release of version 0.8.0 of Laconica this week, I think that the coming year will be even more exciting. We’ve got a great piece of software for users to communicate with and for developers to build on; we want to make it easier for admins to install, monitor, upgrade and configure. Among other things, we plan release version 1.0 in the fall of 2009, and get into major Linux distributions and onto one-click install programs for major Web hosting companies.”

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Microblogs, prosciutto e mortadella…

Riflettendo sui diversi modelli di microblogs (quei siti dove si inviano frequenti aggiornamenti di stato, perlopiù di dimensioni non superiori ai 140 caratteri), mi pare che vi sia, al di là delle sottili distinzioni tra le diverse piattaforme tecnologiche, una distinzione di fondo tra due tipi di modelli “di conversazione”, quello nel quale è possibile aggiungere veri e propri commenti ad un dato status, e quelli in cui invece si può commentare “rispondendo” con un proprio messaggio di status, rivolto alla persona alla quale si vuole rispondere.

Innegabilmente quest’ultimo modello è di gran lunga quello dominante, essendo adottato da Twitter (o anche il più recente Identi.ca), assolutamente preponderante in termini di user base, rispetto ai concorrenti. Il “problema” è che Twitter non è nato come strumento di conversazione, ma sono gli utenti stessi ad aver inventato lo schema di base di “risposta”, adottando la convenzione ben nota di premettere il nome utente con la “@” per segnalare che lo status è una risposta allo status del dato utente.

Chiaramente in questo modello il commento non è concettualmente diversa dal normale post; sottostà alle medesime regole (lunghezza max etc). E’ altresì chiaro che non risiede sul microblog dell’utente il cui status si vuole commentare, ma sul proprio.

Essendosi diffusa questa convenzione tanto da diventare standard, Twitter ne ha “preso atto” e ha semplicemente reso più facile la consultazione delle risposte con appositi link.

Un esempio di microblog a modello conversazionale è invece Jaiku (e il recente Qaiku, giovane ma promettente). Tali piattaforme permettono di appendere ai post di un dato utente un vero e proprio commento. Il sistema “risolve” la differenza tra post e commento, il che permette naturalmente l’esistenza di regole specifiche e distinte per le due categorie: in Jaiku/Qaiku, ad esempio, i post sono di lunghezza limitata ma non i commenti; il che può avere un senso in diverse occasioni (post del marito “Vado a casa”, commento della moglie “ricordati di passare a prendere il latte e fare la spesa e riprendere quei vestiti a casa di mia madre e non dimenticarti dell’impegno che abbiamo per la serata dai vicini”)

Twitter in sè ha molti pregi; qui però volevo porre in evidenza come il modello di risposta che adotta sia limitativo in molti casi. Ad esempio: mettiamo che io – preso un bel dì da una irrefrenabile curiosità – immetta nel mio microblog preferito la domanda “preferite il prosciutto o la mortadella?”.

Se è un blog Twitter-like, ogni utente risponderà dal suo microblog, con un link alla mia domanda. Il mio caro amico (diciamo) Ciccio Baciccio, che segue il mio microblog, vedrà però di queste risposte solo quelle i cui estensori sono puta caso anche suoi contatti. Quelle degli altri utenti (ai quali io non rispondo direttamente a mia volta, originando un link verso di loro) non saranno nè visibili nè ipotizzabili, per Ciccio Baciccio. Poco male, ordinariamente. A meno che non sia interessato, per qualche motivo, allo spettro completo delle risposte alla mia importante questione, a prescindere da chi le invii.

Se invece è un microblog di tipo conversazionale, al di sotto del mio post troverà ordinati per tempo, tutte le risposte effettivamente pervenutemi. E senza dover “saltare” da un sito ad un altro, in aggiunta. Immaginate un qualsiasi post che collezioni abbastanza feedback, come è ad esempio in Jaiku, oppure in Qaiku o come potrebbe invece essere in Twitter (ovviamente per quest’ultimo caso non posso mettere un link, perchè non è contenuto in una pagina soltanto).

Questo non per dire che una soluzione è necessariamente meglio di un’altra, essendo concettualmente differenti (non si confrontano mele con pere, come insegnano anche a scuola).

Però però… è anche vero che tutti sanno quanto sia frustrante, a volte, cercare di rannodare i fili di una estesa conversazione su Twitter… cosa ne pensate?

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Identica & i suoi gruppi


Il servizio di microblogging Identi.ca ha subito nei giorni più recenti un completo restyling e si presenta pertanto agli utenti con una veste completamente rinnovata, che a prima vista sembra puntare sulla sobrietà e sulla chiarezza di presentazione dei contenuti: certo non è (ancora?) configurabile nel layout come il suo modello Twitter (al quale chiaramente si inspira nella struttura), ma comunque è ricco di interessanti peculiarità.

La più recente di questa, arrivata insieme al restyling avvenuto il 23 gennaio, è l’introduzione dei gruppi (cosa molto attesa in Twitter ma ancora non realizzata); essenzialmente i gruppi sono delle aree tematiche alle quali ci si può iscrivere, a seconda dei propri interessi. Chi si iscrive riceve nel suo stream anche i messaggi del gruppo (oltre a quella dei contatti che segue); per spedire messaggi al gruppo basta invece far precedere il nome del gruppo dal carattere “!” (esempio, per scrivere sul gruppo php, al quale si sia iscritti, basta inserire nel messaggio il codice “!php”)

Per quanto si appoggi un “meccanismo” con delle imperfezioni ed abbia anche stimolato dei post anche critici da parte di alcuni utenti, è comunque un’aggiunta interessante e fornisce un “valore aggiunto” ad un servizio diventato sempre più interessante. Da notare per noi italici che l’interfaccia è quasi interamente tradotta nel nostro linguaggio (non così per Twitter).

Ah, a proposito: il mio account su Identi.ca è mcastel

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Identi.ca introduce nuove features

Identi.ca mi sembra stia diventando una alternativa a Twitter sempre più credibile; partito infatti con una struttura tecnica un pò spartana, il servizio di microblogging canadese – dopo la mossa vincente di sviluppare delle API compatibili con Twitter – stà continuando ad introdurre nuove features alcune delle quali molto interessanti, come gli hashtags (possibilità di introdurre nei post una etichetta “al volo” premettendo il codice “#” davanti ad una parola).


Altre gradite aggiunte, molto recenti, sono i messaggi diretti e la possibilità di segnare e salvare come favoriti i post propri o di altri ritenuti interessanti. Inoltre si possono propagare automaticamente i post su Twitter, in caso si abbia un account su entrambi i servizi.

Certo la user base è certo più esigua di Twitter, ma chi può dire come evolveranno le cose: dopotutto i microblog sono un concetto relativamente recente, i giochi sono ancora aperti…

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Identi.ca, il quasi-clone di Twitter…

E’ da un pò attivo il servizio di microblogging chiamato Identi.ca; partito in modalità molto essenziale, sta aggiungendo via via interessanti peculiarità (tra cui i tag, più di recente). E’ molto simile come struttura al famossimo Twitter (che ha avuto diversi problemi in tempi recenti, dovuti al sovraffollamento dei suoi server), ma è open source, e se ben capisco consentirebbe di decentralizzare i servizi, almeno in teoria, ovviando al problema che affligge Twitter ovvero la scalabilità.

Diventerà un’alternativa credibile e concreta? Vedremo. Intanto una mossa furba, anzi molto furba, l’hanno fatta: hanno implementato e pubblicato delle API similissime a Twitter, invogliando dunque gli sviluppatori di vari client di Twitter (ve ne è una miriade) ad estendere il supporto anche per Identi.ca. E i risultati, in pochi giorni, hanno mostrato la valdità di tale scelta.

Oh, a proposito: io sono qui (mostly in English, almeno per ora…)

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