Vivaldi e le aree di lavoro

Segnalo con piacere l’arrivo della versione 6.0 del browser Vivaldi, con diverse interessanti novità.

La cosa più intrigante per me è l’introduzione delle aree di lavoro, che permettono di separare gruppi di linguette in modo molto comodo ed efficace, dividendo ad esempio le pagine aperte per lavoro, per svago o semplicemente le pagine che si vuole esaminare in un secondo tempo.

Il browser Vivaldi alla versione 6.0 con le “aree di lavoro”

Vivaldi si conferma come un browser particolarmente flessibile, costruito sullo stesso “motore” di Chrome ma estremamente più versatile. Veramente non vedo (più) motivo per non passare a Vivaldi, se si usa il browser di Google.

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Per piacere o per forza, si potrebbe dire. Escluso il primo fattore, per le circostanze in cui avviene, è senz’altro per forza che – almeno in Europa – Apple dovrà aprire alla possibilità di caricare applicazioni sul telefono senza necessariamente passare per lo store ufficiale.

Uno sblocco interessante che ci dice qualcosa. Soprattutto che – come nel caso dell’adozione del caricatore unico USB-C – un ente transnazionale capace di imporre delle norme serve.

E che il mercato non può essere lasciato a sé stesso.

Mai.

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Partenza… in musica!

Forse è argomento per StarDust, ma trattandosi (anche) di musica il post lo inserisco qui, su SegnaleRumore. Ecco qui infatti la playlist organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicata alla missione Juice, che dovrebbe essere lanciata a poche ora dal momento in cui scrivo queste righe.

Juice è destinata all’osservazione di tre lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Europa e Callisto. Quasi inutile dire che per la presenza di acqua liquida sotto la superficie, sono di estremo interesse per gli studi sulla vita extraterrestre.

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Costretto?

L’ultima è che Elion Musk avrebbe acquistato Twitter perché costretto dalle varie vicende giudiziarie. Sia come sia, non cambia la zuppa. Stiamo affidando le nostre comunicazioni, la comunicazione dei nostri stati d’animo, del nostro sentire, del nostro vivere, a strutture e persone che vogliono solo fare business, che non hanno un ideale, una missione, un sogno.

Ci va bene davvero tutto questo?

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Twitter, segno di un mondo al collasso?

Non mi sono pentito di avere (praticamente) abbandonato il mio account Twitter, tempo fa, per approdare a Mastodon. Sempre più il destino della piattaforma di microblogging sembra essere legato alle eccentricità del suo nuovo proprietario, per cui è lecito perfino dubitare sul destino a lungo termine di tale piattaforma. Per citare Paolo Attivissimo, la gestione di Twitter sotto Elon Musk sta inanellando una serie di idiozie informatiche davvero straordinarie.

Quanto è libero il canto degli uccelli! Ma quello blu?

L’ultima mossa è la scomparsa di Twitter Inc. che, come annota HDBlog.it, segna la nascita di una nuova era, sempre più Musk-dipendente. Dove appunto Twitter Inc. si scioglie nelle varie x-qualcosa dell’eccentrico miliardario.

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Spulciare tra le riviste

Ogni tanto medito se interrompere il mio abbonamento a Readly1, tanto per risparmiare un poco. Poi ci sono anche diversi giorni in cui non apro nessuna delle riviste alle quali ho accesso. E devo dire che ci sono riviste che vorrei fossero nel paniere, ma non ci pensano ad arrivare. Mi piacerebbe avere Riza Psicosomatica (ci sono riviste di psicologia ma quella a mio avviso è unica), il National Geographics e magari Le Scienze (oppure Scientific American, va bene lo stesso). Se addirittura poi arrivasse qualche pubblicazione in italiano tra i quotidiani, beh… sarebbe fantastico.

Leggere una rivista può rappresentare un bel momento distensivo…

Però alla fine di riviste valide ce ne sono tante. Tra le mie, PC Professionale, PC Pro, Macworld, BBC Music, Prog Italia, New Scientist e diverse altre.

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Tecniche di trasloco, da Geocities fino a Mastodon

In un certo senso mi ricorda quello che accadeva su Geocities, molti molti anni fa. Dove ti sceglievi un quartiere per abitare, a seconda dei tuoi gusti, delle inclinazioni, di quello che volevi pubblicare. Anche, dei vicini che preferivi avere. Ricordo che io ad un certo punto passai dal quartiere di CapeCanaveral al quartiere Paris/Bistro (i nomi degli arrondissement erano pensati al fine di organizzare tematicamente le varie pagine, per cui si vede già da questa mossa che la mia parte creativa stava lottando per emergere sempre più su quella razionale/scientifica).

Potevi appunto traslocare, se trovavi un quartiere che ti rappresentava di più. Certo, era appena un gioco, ma l’analogia con le vere abitazioni era straordinariamente potente,secondo me. A rinforzare la metafora, cliccando sul quartiere ti si apriva una pagina con delle casette connesse da una strada, ogni casetta ovviamente era la homepage di qualcuno: potevi cliccare ed entrare.

Traslocare è un’arte, dove la creatività trova ampio spazio…

Geocities era ovviamente un servizio centralizzato. Cambiare casa era appena cambiare indirizzo (sul web), ma non era niente di più. Per arrivare al presente, cambiare casa su Mastodon è un po’ diverso, in effetti. Vuol dire realmente cambiare. Migrare su un nuovo server (probabilmente), in una instanza differente, con persone diverse, regole diverse, amministratori diversi. Insomma un vero cambiamento.

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Ripartiamo

Da oggi se vi collegate a segnalerumore.it non si carica più il consueto sito Blogger, ma raggiungete un sito WordPress appena tirato a lucido (ospitato da altervista, un servizio del quale ho avuto ampio modo di apprezzarne l’affidabilità), dove ho comunque caricato tutti i post prodotti finora. Ho indugiato parecchio prima di trasferire il domino, ma la stasi estrema del servizio di blog di Google alla fine (a proposito, ma che peccato trascurarlo) è stato un fattore piuttosto convincente.

Eh sì, ogni tanto bisogna cambiare…

Una ripartenza ogni tanto ci vuole per tutto, e anche per me questo ultimo periodo è servito per capire che – anche gestendo un altro blog personale ed altre cosette – un posto specifico dove inserire le mie piccole note riguardo l’uso della tecnologia – un posto perfino accessibile ad altri, se volessero leggere – mi piace comunque averlo.

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Perché usare Vivaldi?

Stavamo cercando di sistemare una cosa, non ricordo bene. Roba di siti Internet, comunque. Ad un certo punto la collega mi fa qualcosa tipo apri Chrome, vediamo… e io dico no, non ho Chrome, io uso Vivaldi al che lei, di rimando ah beh ma allora!

Come dire, allora te le vai a cercare! E qui vorrei in realtà eccepire. Perché l’esclamazione della collega è frutto di disinformazione, in larga parte. Se lei intendeva che quel determinato sito si deve vedere con Chrome e non con un browser che lei non conosce, probabilmente si sta sbagliando. Chrome e Vivaldi sono costruiti attorno allo stesso nucleo, che, come sappiamo, è Chromium. Dunque, il rendering dei vari siti non presenta sostanziali differenze. Ciò che si vede bene con Chrome si vede bene con Vivaldi. E viceversa.

Possiamo fare una differenza, anche scegliendo come andare in rete… 

Quello che c’è da dire è che Vivaldi ha un sacco di cose in più che Chrome non ha. Veramente molte. Inoltre, utilizzandolo, ci si prende una pausa dai giganti del Big Tech, e si evita di consegnare a Google tutta la propria cronologia (già gli consegno la mia posta, i miei spostamenti, insomma di roba mia ne hanno abbastanza direi).

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La ragazza sul tram (oppure no)

E allora, ho aperto Night Cafè e gli ho scritto “A girl on a tram” (non mi chiedete perché mi è venuto in mente questa immagine) ed è venuto fuori questo. Veramente intrigante. Non è sul tram ma davanti, ma insomma ci siamo.

A questo punto mi sono fatto prendere la mano, e ho insistito cambiando argomento. Ho provato a scrivere “A cat in a old house” e ho prodotto questa cosa qui sotto. Moooolto carina.

Siamo ad un punto di svolta, il nostro modo di fruire di contenuti scritti e anche di immagini (come si vede) cambierà radicalmente nel giro di pochi anni.

Ovviamente non siamo pronti, ma questo è chiaro. In fondo, non lo siamo mai.

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