Ho salutato con piacere l’arrivo della nuova edizione della Bibbia in formato ebook. Inutile spendere parole sull’importanza – per credenti e non credenti – di un tale libro, ne converrete. Pertanto in questa sede mi concentro esclusivamente su un aspetto ‘tecnico’ particolare inerente alle specificità della sua diffusione in formato ebook. La cosa interessante è che le Edizioni Paoline hanno reso disponibile il testo tramite diversi canali: si può acquistare in formato epub oppure in formato proprietario, ad esempio all’interno del circuito di Amazon, nella sezione Kindle. Diverse opzioni, stesso prezzo (attrativamente basso, almeno per ora: 2.99 euro).
Ora, il mio primo impulso è stato quello di acquistare il file in formato epub, protetto (lodevolmente) soltanto tramite il “social DRM”, in modo che si possa trasferire liberamente tra vari device senza sottostare a noiose e punitiva pratiche di autenticazione, come nel caso di Adobe DRM (col risultato paradossale per cui chi si procura illecitamente una copia “craccata” di un libro gode di molta più libertà di chi lo acquista regolarmente…).
Cosa hanno “sottolineato” gli altri lettori…? Amazon lo sa… Crediti: ShellyS su Flickr |
Ricordo che il “social DRM” consiste nell’imprimere all’interno del libro elettronico un dato identificativo del compratore (tipicamente, indirizzo elettronico e data di acquisto) in modo da disincentivare ‘gentilmente’ l’utente stesso – teoricamente identificabile – dal diffonderne copie in giro per la rete. Finalmente!
Dunque è fatta, lo compro in epub. D’altra parte, perché mai comprare lo stesso medesimo libro nel circuito Kindle? Con lo stesso prezzo, preferire un formato “chiuso” ? Legarsi ad un dato sistema? Vado con l’epub, certamente. Ma… aspetta un momento… un attimo prima di finalizzare l’acquisto mi fermo, colto da un dubbio. No, aspetta: le sottolineature.
Come la mettiamo con le sottolineature?
Eh perché i libri Kindle saranno pure in formato chiuso, ma hanno delle prerogative che un semplice file epub – tecnicamente – non può avere. Sono in un certo modo ‘sociali’. Leggendo un libro dal Kindle, o dall’applicazione Kindle che c’è quasi… per tutto (eccezione notevole e sfortunata, il sistema operativo linux), posso vedere i brani più evidenziati del libro, e anche quante persone hanno sottolineato un dato pezzo. In un certo senso è un libro vivo, che cambia con il tempo, tiene conto delle persone che lo leggono. Stabilisce come un ponte, un canale di comunicazione tra loro. Per i titoli più diffusi (e questo che sto per acquistare sicuramente lo diventerà) questo arricchisce la lettura di un aspetto ‘sociale’ decisamente interessante.
Ancora, la possibilità di scaricare il testo facilmente da ogni device, è un’altra. E non dimentichiamo la sincronizzazione automatica tra i vari device. Certo, posso mettere l’epub su Dropbox e accedervi da tablet, computer, smartphone. Siamo d’accordo. Ma nessuno mi regala la sincronizzazione automatica.
Ovvio, non ci sono dogmi, qui (nel formato, intendo). Preferire il formato aperto e facilmente trasferibile e fruibile ovunque – ma senza quel sapore social – oppure adeguarsi all’ambiente Kindle (o equivalenti) con limiti e vantaggi che questo comporta. Alla fine sono questioni di gusti, e di filosofie.
… che dite? Come è andata a finire? Beh, io l’ho comprata da Amazon.
In breve (perché siamo arrivati alla morale della storia), dubito sempre più della scorciatoia “aperto è meglio”. Capisco i suoi punti di forza, ma non mi sento (più) di incensarla a priori. Beninteso, non che “chiuso” mi esalti troppo, peraltro.
Allora, che fare? Niente, facciamo soltanto lavorare il cervello, ogni volta che si può.
Parliamone, perlomeno. Niente è scontato. Valutiamo, caso per caso.