Sul leggere, oggi

Ci stavo pensando mentre ero immerso nella lettura di un romanzo, sul Kindle. Certo che la trasformazione a cui siamo chiamati adesso è veramente epocale. Sono secoli che usiamo i libri come veicolo di trasmissione del sapere, che sognamo, ci arrabbiamo, ci estasiamo, ci infervoriamo, eccitiamo e deprimiamo.  Attraverso i libri, impariamo a comprendere che c’è un abisso oltre il nostro orizzonte, cosicché quando si fa troppo piccolo possiamo di nuovo forzarlo a spalancarsi, a contatto con altre esperienze ed altre visioni del mondo, altri orizzonti… la somma di più orizzonti è un orizzonte finalmente vasto, vastissimo.

Tutto attraverso i libri. Tutto attraverso la parola scritta. Appunto, è stato così per secoli. 

E ora sta cambiando. Proprio adesso, una rivoluzione silenziosa sta accadendo. Morbida e silenziosa. Ma profonda.

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Libro o ebook? Questione di gusti. L’importante, dopotutto, è leggere…

Photo Credit: pedrosimoes7 via Compfight cc

Lo sappiamo, lo sanno tutti, sia gli entusiasti che i denigratori. Il libro digitale è inevitabilmente destinato a prendere il sopravvento. Sopratutto perché, innegabilmente, è comodo. Soprattutto da quando ho il Kindle con l’illuminazione, ho scoperto che è diventato comodissimo… troppo più comodo del libro di carta (lo so, lo so… la consistenza della carta, il suo profumo… ebbene sì, in ogni cambiamento si perde qualcosa, purtroppo). 

Basterebbe solo meditare sul fatto che orma puoi portarti una intera libreria in uno spazio piccolo e con un peso irrisorio.

Certo vi sono tante cose, nell’approccio con il libro, che ancora devono essere adeguatamente mappate nel nuovo sistema. Come un 33 giri lo cominciavi a valutare dall’analisi visiva dei solchi (qualcosa che i più maturi ricordano, una sapienza ormai passata, alla quale molte persone non accederanno mai), così il libro cartaceo indubbiamente ti restituisce una buona serie di informazioni tattili e visive ancora prima di essere letto.

La copertina. I colori, le scritte, la sua consistenza. Rigida, morbida. Plastificata o no. Con i bordini o a filo di pagina. Poi l’interno. La carta – appunto – il suo spessore, il suo colore. Mai uguale. La larghezza dei caratteri. Ecco, fermiamoci sul fatto in apparenza banale della larghezza dei caratteri, e della spaziatura. Prima facevano parte del libro. Erano già scelte. Ora la puoi decidere tu sul tuo lettore. Non fa più parte  intrinseca del libro, ne è stata sbalzata fuori. Per il font vale sovente lo stesso discorso. 

Insomma,non c’è più un libro scritto piccolo o grosso, largo o fitto. Perché decidere di questo rientra ormai nel potere di chi li usa, non di chi li fabbrica.

Sembra una stupidaggine. Eppure questo già ci forza a cambiare il paradigma, a fare i conti con una nuova idea del leggere.

L’esperienza d’uso è anch’essa, innegabilmente, diversa. Nel libro poi, il progresso di lettura lo avverti fisicamente, dalla mole di pagine che hai accumulato nella parte sinistra. I libri grossi li puoi perfino soppesare. Più peso mandi verso la parte sinistra più sei andato avanti nella lettura. E non solo. Per sapere quanto hai da leggere in un  capitolo, lo sfogli rapidamente fino alla conclusione. Tutto questo non è possibile con l’ebook, almeno, non nello stesso modo (il Kindle ha una sorta di preview che ti consente – in qualche modo – di sfogliare le pagine senza muoverti dalla tua posizione, e immagino che altri e-reader facciano lo stesso).

Non è insomma la stessa cosa, leggere in digitale. Per abituarsi ci vorrà del tempo.

Eppure, con tutti gli svantaggi che sappiamo, che ci possiamo dire, il libro elettronico è già innegabilmente troppo comodo. Tanto da creare anche una certa assuefazione. Personalmente, ormai mi irrita non poter cercare una parola o una sequenza di parole in un libro cartaceo. Devo scorrerlo tutto per trovare quella determinata frase? Quella che mi aveva colpito tanto? Era il primo capitolo, o forse il secondo? Aspetta, non era nell’introduzione, magari? Ma io ci divento matto! Poi, vogliamo parlare della possibilità di evidenziare dei passaggi? Finalmente con l’ebook si può fare, si può fare a volontà senza timore di danneggiare il testo (puoi sempre cambiare idea e ogni evidenziatura puoi rimuoverla). 

C’è ovviamente un mondo che al libro cartaceo è precluso, come la condivisione di brani sui social network, la raccolta delle parti più evidenziate su apposite pagine web, etc etc… cose di cui, del  resto,  abbiamo già parlato in questo blog.

Era per dire quanto in realtà il libro digitale sia comodo, ancorché irriducibilmente diverso dal suo parente cartaceo. 

Così può succedere che a volte, mentre leggi un libro di carta (avviene, avviene: sono molti i libri, passati e presenti, che non possiedono la versione digitale), ti trovi improvvisamente ad esperire delle mancanze che prima non avresti avvertito. Così mi è capitato l’altro giorno, che stavo rileggendo dei brani da un saggio mentre mi preparavo per uscire. Un po’ preso dalla fretta, ho guardato il libro come per avere lumi: ormai assuefatto alla lettura in digitale, mi aspettavo che toccandolo da qualche parte, non so, avrebbe fatto come il suo cugino elettronico, mi avrebbe servizievolmente detto che ore fossero. Niente, si è splendidamente ed orgogliosamente rifiutato.

Io sono solo un libro, sembrava volermi dire.

E nel bene e nel male, ne devo convenire, aveva completamente ragione. 

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iOS7, minimalista… all’eccesso?

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Come eravamo (iPhone) …

Confesso che ci ho provato. Ci ho provato assolutamente, a farmi piacere iOS7 e il suo design… minimalista. 
Allora, c’è una cosa, indubbiamente positiva. C’è il fatto che iOS7 ha introdotto una serie di funzionalità effettivamente molto interessanti. Diciamo pure che – accanto a delle peculiarità intriganti che tutti conosciamo e ci hanno portato a questo sistema operativo mobile – vi erano peraltro delle mancanze abbastanza gigantesche nella versione precedente di iOS. Tanto per dirne una, non ci dimentichiamo che per spegnere il wireless quando uscivi di casa, dovevi compiere una serie di operazioni piuttosto seccanti: entrare nelle impostazioni, trovare il settore del wireless, arrivare all’interruttore on/off. Insomma, facevi prima a dimenticarti di farlo e accettare di consumare un poco più di batteria (e anche di farti chiedere ad ogni incrocio di strada se volevi entrare nelle reti wireless che il telefono rilevava, peccato non avessi la password).
A parte questo. Volevo soltanto dire che ci ho provato. Ecco, prendiamo le nuove icone, dal disegno semplice semplice, essenziale. Sembrano disegni per bambini mi ha detto una collega. Eh sì, certo, pensavo. Bisogna capire il cambio di prospettiva, bisogna prendere tempo per abituarsi. Anche l’essenzialità è bella, dopotutto. D’accordo, bisogna abituarsi. Il punto è tutto lì. Pensavo.
Infatti fino ad oggi ho fatto questo, ho cercato di abituarmi. E pensavo abbastanza di esserci riuscito. Di essermi convinto autonomamente a pensare che dopotutto  il design di iOS7 è bello. E’ un passo avanti. E’ moderno.
Balle.
Eh sì, perché questo non dovevano farmelo. Questa no, proprio no. Questo rompe ogni tregua.
Passi che il blocco note da quel meraviglioso oggettivo fatto a somiglianza di un vero blocchetto di appunti, si era trasformato in un semplicissimo spazio bianco (che ci vuole a realizzarlo così? qual è il passo avanti estetico o funzionale? Spiegatemelo…). Va beh, passi. Passi anche la trasformazione del calendario. Anzi, quasi quasi si consulta meglio, così semplice. Passi anche la trasformazione dei promemoria (dopotutto c’è la necessità di uno stile coerente tra le varie app, bla bla…). 
Come è Aldiko per Android …. almeno questo ha gli scaffali … 
Poi tutte le varie applicazioni, anche di terze parti, che si aggiornano in poco tempo tutte in puro “stile iOS7”. Ok, non so se mi piace, ma comunque definisce uno standard, una linea, un segno dei tempi. C’è una omogeneità che ha i suoi lati positivi, segna un cambiamento, definisce  e contraddistingue (nel suo piccolo) la nostra particolare era telematica.
Ma questo no. Questo proprio no.
Non me ne ero accorto, non lo sospettavo (ma avrei dovuto). Ma me ne sarei comunque accorto presto, molto presto. Ieri pomeriggio, per ristorarmi dopo un ritorno a casa nel quale non ero proprio di ottimo umore (capita, e il traffico non aiuta di certo), apro iBooks sul mio iPad 2… e rimango basito. Non ci sono più gli scaffali in finto legno, c’è un asettico sfondo chiaro. Poi apro un libro, e non trovo più l’elegante presentazione a cui ero tanto abituato. Tutto sparato piatto sullo schermo. Eh, forse ho sbagliato applicazione. Ho aperto magari Kindle per iOS, vedrai. Bello, certo: ma dal design più essenziale, meno elaborato. Beh, può succedere.
Invece no. Controllo, ho aperto proprio iBooks.
Allarme. Mi viene il sospetto che sia successo qualcosa, in mia assenza. Certo ora le app si aggiornano da sole, dunque… Vado a vedere: sì è stato aggiornato da poco, in effetti. 
E sono davanti alla cruda realtà.
Quello che fino a ieri aveva costruito quella bellissima metafora visiva della vera libreria, con tanto di scaffali di legno in cui erano appoggiati i volumi. Una delizia, una autentica delizia per gli occhi. Ti faceva venire già voglia di leggere. Al confronto anche l’ottima applicazione Kindle svaporava, svaporava letteralmente.  
Come eravamo (iPad) … Quella ombreggiatura centrale,
che ricordava tanto la piega delle pagine….
Tanto che spesso la tentazione di comprare un libro sullo store di Apple invece che su quello di Amazon, oltre per la comodità di non dover uscire dall’app per fare l’acquisto, era anche basata sul godimento dell’interfaccia grafica.
Come siamo diventati…
Ora non più. Cara Apple, ti dico che ora ho molti meno motivi nel fare acquisti sul tuo store (non so se ti importa, ma io te lo dico lo stesso). 
Poi, fatemi dire, quale progresso c’è nel togliere opzioni? Praticamente è scomparsa l’opzione libro in favore di quella schermo pieno. Prima potevi scegliere, ora non lo puoi più fare. E a me – si sarà capito – l’impaginazione libro piaceva davvero molto, con la righini in mezzo alle pagine, le ombreggiature appropriate. Avevi proprio l’impressione di essere davanti ad un libro reale, in un certo senso. Cosa che nessun Kindle o analogo poteva darti.
Per me la gloriosa interfaccia di iBooks è stata una delle più belle sorprese seguite all’acquisto dell’iPad, a suo tempo. Non c’era niente di così delizioso nell’offerta in app della controparte Android. Peccato che a volte – viene da pensare – le cose belle non durano. Sembrerà esagerato, ma mi sento quasi quasi di affermare che ho un motivo di meno per rimanere con iOS.
Non sono sempre d’accordo con De André (comunque geniale, comunque un maestro) ma questa stavolta ci sta bene…. E come tutte le più belle cose / vivesti solo un giorno / come le rose. (La canzone di Marinella)

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Benvenuto Kindle Paperwhite!

Lo so, magari a voi non interessa. Però qualche riga la butto giù lo stesso, per salutare l’arrivo del mio ultimo lettore di ebook, il nuovo Kindle Paperwhite, appena uscito. Allora, intanto va detto che nei termini di consegna sono stati rapidissimi.  L’avevo prenotato un po’ di tempo fa: sul sito c’era scritto che il modello nuovo (quello che ho preso io) non sarebbe stato distribuito prima dell’otto ottobre, e dunque mi sono rassegnato ad aspettare…
In ogni caso, già il giorno prima della data fatidica qualcosa si stava muovendo. Un prelievo di 129 Euro dalla mia carta di credito mi aveva insospettito (lo so, ci voleva poco…. comunque, non posso dire di essere un grande investigatore). Verificando sul sito ho avuto la desiderata conferma: il mio Kindle era passato “in spedizione”. Stamattina ho avuto la possibilità di averlo in mano, con qualche ora di anticipo rispetto a quanto avevo previsto. 
Una foto dello spacchettamento, ci voleva… 😉
Intanto, mi direte: perché il Kindle? Ora, da una parte potrei rispondere, perché mi sono trovato molto bene con il mio vecchio modello (fino a che non ha deciso di salutarmi…), poi per una questione abbastanza ovvia, a pensarci: non avevo scelta. Nel senso, avendo formato una consistente libreria nella cloud di Amazon, sarebbe stata una pazzia optare per una soluzione diversa.
Comunque probabilmente l’avrei preso lo stesso, questo Paperwhite da 129 Euro. Certo se non fosse uscito questo nuovo, mi sarei anche accontentato del modello base (l’ha preso mia figlia e mi sembra comunque molto valido). Spendere di più per un modello con il 3G mi sembra francamente un’assurdità: ormai tutti hanno dispositivi mobili che possono generare una piccola rete locale, cui agganciare il Kindle, all’occorrenza. 
Venendo dunque al Paperwhite, in sintesi la mia opinione è questa: le caratteristiche  sono decisamente interessanti, e il prezzo tutto sommato non è esorbitante. Poi io dentro l’ambiente di Amazon mi ci trovo molto bene, e ne apprezzo decisamente le caratteristiche (in passing, la sua “chiusura” – lamentata da taluni – non mi infastidisce troppo, a fronte dei vantaggi che mi fornisce).
Due parole per chi pensa che – avendo magari un tablet – non valga la pena anche acquistare un vero ereader. Ragazzi… non c’è confronto! Per i libri veri e propri, un lettore dedicato è veramente più comodo. A parte il fatto che la specifica modalità di lettura (non hai davanti uno schermo retroilluminato, ma qualcosa assimilabile ad una vera pagina stampata) stanca molto meno la vista, poi un lettore come il Kindle – o i suoi analoghi – ha dalla sua la portatilità, la leggerezza, l’autonomia della carica… veramente per i libri il tablet non è la soluzione appropriata. Me ne sono accorto bene in questo periodo di interregno in cui non avevo – appunto – che l’iPad per leggere i miei ebook.
Prendendolo in mano e giocandoci un po’, l’impressione è sicuramente positiva (i dettagli a seguire in un prossimo post). Peso, dimensioni, sensazione al tocco. Nitidezza dello schermo, luminosità. Molto interessante, bel prodotto. E poi, basta collegarsi al wireless e tutti i miei libri sono lì, pronti per essere scaricati. Benvenuto Paperwhite 😉

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