Quindici anni dopo (un rischio da riscoprire)

Come passa il tempo! E non potrebbe iniziare in modo differente questo post. Ora che Gmail ha appena compiuto il suo quindicesimo anno, mi viene da ripensare ai primi momenti di vita, al suo esordio. Che io ho praticamente vissuto, insieme con lei.

Ricordo bene l’entusiasmo dell’inizio, di quando Gmail stava aprendo progressivamente al pubblico, e veniva distribuito ad inviti. Ogni iscritto aveva a disposizione, mi pare, appena una decina di inviti. Mi è stato detto che venivano anche messi in vendita su Ebay. La gente aveva davvero voglia di provare qualcosa di nuovo, per la posta elettronica. Si era nel 2004, ma già quel senso di novità premeva. Il protocollo email del resto è una delle cose più antiche che abbiamo nel campo delle comunicazioni telematiche, che resiste splendidamente anche a coraggiosi (e defunti) tentativi di innovazione

E quella trovata dello spazio disponibile, che aumentava piano piano? Una cosa in completo stile Google, ovvero con quell’idea di divertimento che aleggia anche su progetti su cui si punta molto. Ma era così. C’era un contatore, nella propria area email, che segnava momento per momento l’ammontare di spazio di archiviazione a cui si era arrivati. Tutto cominciò, come sappiamo, da 1 gigabyte, che a suo tempo sembrava uno spazio assolutamente immenso. A quel tempo, gli account gratuiti offrivano ambienti di qualche decina di megabyte, più o meno. Un gigabyte sembrava una cosa del tutto impossibile da riempire, nemmeno in una vita. Sappiamo bene che non è così, soprattutto al giorno d’oggi e con l’aumentare dei contenuti multimediali trasmessi anche via email; a quel tempo, la situazione era davvero diversa. 
E fu il mio inizio. Senza troppo sperarci, chiesi su un forum un invito a chi ne aveva disponibili, e mi arrivò (gratis, grazie al cielo). Così registrai subito il mio account m.castellani e iniziai, iniziai questa avventura. Da allora non sono più sceso da gmail, mi trovo bene e apprezzo molto le sue qualità. E’ il sistema di posta elettronica, per me. 
Tanto più vero, da quando anche il mio istituto si è affidato a Google per la gestione della posta, e dunque anche i mail di lavoro li leggo sempre con la interfaccia Gmail (che uso da anni tramite l’ottimo e robusto MailPlane, che mi libera dal dover usare il browser per leggere i messaggi di posta, regalandomi la flessibilità e l’indipendenza di un programma dedicato).

Così Gmail ha assorbito integralmente le mie modalità di fruizione della posta elettronica; nel tempo, ha lavorato sui fianchi tutte le altre soluzioni e le altre possibilità. E’ rimasta solo lei. Fino a che qualcuno oserà di nuovo, proporrà una visione più ampia, farà il prossimo passo avanti.

Ma ora, accantonata anche la parte più biografica, vorrei concludere con un piccolo pensiero, giusto per provare ad allargare lo sguardo.

Gmail è stato coraggioso fin dal suo sorgere. Innovativo in una grande quantità di modi, ha mostrato nel 2004 che su Internet c’era ancora posto per la creatività e per una sana innovazione. Ha costretto molte persone a ridefinire l’idea della posta elettronica, traghettandola definitivamente nel nuovo millennio.

Adesso il rischio è perdere questa spinta, lasciarla svaporare, acquietarsi su una rete che appare propagazione irriflessiva dello status quo e specchio troppo fedele dell’onnipresenza della pubblicità, unica entità veramente indiscutibile in un modo telematico, un tempo felicemente disordinato ed anarchico, ora troppo dominato da logiche commerciali. Una rete che – di conseguenza – è più che mai, alla ricerca di un senso.

C’è bisogno di rischiare qualcosa di nuovo, sulla rete. Rischiarla in nuova progettualità, delle aziende, delle associazioni, dei singoli. Perché a volte questo (ragionevole) rischio, paga. 

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Andando a cercare i miei 52.506 messaggi di posta…

Finalmente. A volte capita, cerchi una cosa che magari hai usato un minuto prima e non sai più dove l’hai messa. Per esempio, dove sono andati a finire i miei più di cinquantaduemila messaggi di posta elettronica? Eppure stavano da queste parti, mi pareva… Li hai visti per caso? Sì sì lo so, lo so bene che puoi aprire Chrome e te li vedi tutti. Ma io intendo, dove sono andati a finire fisicamente (posto che questa bellissimo avverbio abbia significato in questo frangente).
Credo che nessuno può dirlo meglio di Mr. Google (anche lui, fisicamente non esattamente rintracciabile, ma diciamo così tanto per brevità). E lui mi dice di dare un’occhiata qui, oppure al filmato seguente.

Se ci penso, quante emozioni, quanti pensieri, quante sensazioni, illusioni, conferme, smentite, ipotesi di possibilità, progetti iniziati e non finiti, progetti iniziati e finiti senza quasi saperlo… quante gioie e indicazioni di percorso, lamenti e delusioni e poi ancora ritorni alla speranza e conferme, sono mischiati in questa mezzo centomilata di messaggi.  
Chissà ognuno di loro dove si trova, quale minuscola porzione di disco occupa, in quale di questi armadioni (o di altri simili)… 

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Grafica la tua casella gmail!

Uno dei vantaggi di usare Gmail (devo ricordarmi di aggiungerlo nelle “pillolette” di perchè usare il sistema di posta elettronica di Google), consiste nel fatto che – in maniera ben più rilevante di altri sistemi – questo gode ormai di un proprio “ecosistema” di estensioni e programmi di utilità che gli ruotano intorno, e contribuiscono ad arricchire, spesso in maniera rilevante, l’esperienza utente. Anche con cose che, in effetti, non si sarebbero normalmente pensate. Per un “normale” sistema di posta elettronica, intendo. Non per Gmail, che appunto – piaccia o no – è più un esperimento di comunicazione su grande scala, ormai. 
L’ultima evidenza che ho trovaro di ciò è una piccola ma deliziosa utility chiamata Graph Your Inbox, che si presenta come una estensione per il browser Google Chrome. Come il nome lascia immaginare, è un tool che, una volta istallato, si presenta come un’iconcina sulla barra superiore del browser. Cliccata, permette di effettuare ricerche entro la casella gmail (i dati non vengono comunicati a nessuno, servono solo per le ricerche stesse). 
Il tool Graph Your Inbox in azione nella mia casella…
In effetti il tool è simpatico e funzionale, e può rivelarsi ben più di un giochino, per la sua capacità di rivelare informazioni “sepolte” nel mare magnum dell’archivio dei mail… Difatti, come ben dice la pagina del relativo sito web “Our inboxes contain a tremendous amount of information. Nearly every substantive action we take online generates email, from buying goods to booking flights to social network activity…”; ormai quasi qualsiasi cosa che facciamo genera uno (o più) mail. 
Beh, direi io, non proprio tutto, grazie al cielo…


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Perchè uso gmail #0

Con questo post vorrei cominciare a stilare una piccola lista dei motivi che mi hanno portato piano piano ad appoggiarmi alla mail di Google (la ormai famosissima Gmail) come provider ed interfaccia d’elezione per le mie comunicazioni di posta elettronica, a più o meno sensibile scapito delle altre (numerose) possibilità alternative. Spinto in questo, anche, dalla “ruminazione” personale di un piccolo “dibattito” che è avvenuto a più riprese anche nel mio Istituto, dove comunque la mia posizione è sposata (in gradazioni diverse) da un numero non indifferente di ricercatori.
Gmail fin dal suo apparire è stato a buon diritto considerato “innovativo” per una ampia rosa di motivazioni, spaziando dagli aspetti più tecnici (interfaccia con uso accorto di AJAX e delle tecnologie emergenti) a quelli più “sociali” (modello conversazionale, etc); pertanto la scelta lungi dall’essere “riduttiva” penso possa dare il destro per ragionare ad ampio spettro sul web “moderno” nelle sue varie declinazioni. 
In prima battuta, avevo pensato ad un post sul blog SegnaleRumore, con una lista di “motivi” che mi rendono l’esperienza di gmail appealing più di altre. Poi ho ipotizzato però che sarebbe stato forse più interessante spezzettare il post in una serie di diverse pilloline, che possono agevolmente trovare collocazione sul blog “cugino”, SegnaleRumore Express. Questo mi serve anche per sperimentare modi d’uso che possano essere specifici per la piattaforma Posterous che lo ospita…
A questo punto, direi che risulta definito lo scenario. Il prossimo post con un primo “motivo” (e se volete aggiungere il vostro, scrivete pure a post@segnalerumore.posterous.com) … 

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Condisci il tuo Gmail con un bel tema…!

    • Gmail fans have been building unofficial extensions to spice up their inboxes for a while, but up til now themes haven’t been an integral part of Gmail. We wanted to go beyond simple color customization, so out of the 30 odd themes we’re launching today, there’s a shiny theme with chrome styling, another one that turns your inbox into a retro notepad, nature themes that change scenery over time, weather driven themes that can rain on your mailbox, and fun characters to keep you in good company


Tra ieri e oggi hanno fatto la comparsa i temi nei vari account gmail; personalmente ieri sono andato a dormire con il Gmail “classico” e stamattina aprendolo al lavoro mi sono trovato disponibili di botto una serie di differenti temi, a colori vivaci o morbidi pastello. Molto interessante e… piacevole: se non aggiunge nulla sul piano della funzionalità (ma come si fa ad aggiungere qualcosa a livello di funzionalità a Gmail ormai…?) fornisce quel tocco di personalizzazione che rende più gradevole l’uso del servizio attraverso l’interfaccia web.



Come anche per iGoogle anche diversi temi di Gmail hanno la caratteristica di presentare scene che variano con le ore del giorno; piccolo particolare gradevole per chi magari per lavoro deve passare la giornata nei pressi del computer, tutto sommato…!

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The New Version of Gmail Adds Group Chat

Having three interfaces for Google Talk (the gadget, Gmail and the desktop client) seems to be a challenge for Google because the new features aren’t propagated at the same time in all the interfaces. To make the challenge even more interesting, Google added a new interface: an updated Gmail Chat that’s only available in the new version of Gmail.

The New Version of Gmail Adds Group Chat

Sto provando ora: molto carino in effetti l’aggiunta delle “faccine” nella parte di chat di Gmail! Interessante anche la possibilità che è stata introdotta di avere “stanze” di chat con più di due utenti. Decisamente questi di Google non stanno con le mani in mano 🙂

PS. l’interfaccia in italiano putroppo è.. rimasta indietro, almeno per ora. Le nuove features sono accessibili solo selezionando l’inglese (USA) come linguaggio per Gmail…

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Gmail ora supporta lo standard IMAP

Non l’ho ancora provato (l’ho appena scoperto da un post sul canale Google di Jaiku) mi sembra comunque un cambiamento di notevolissima portata (come potranno capire tutti quelli che apprezzano lo standard IMAP per la lettura della posta, ben più flessibile ed evoluto del classico ed ancora utilizzatissimo POP3). Il fatto di poter usare IMAP per leggere Gmail consente finalmente di usare un client di propria preferenza (ma io direi Mozilla Thunderbird!!) per leggere la posta, lasciandola sul server e dunque potendo trovare le proprie mail al loro posto, qualsiasi computer si stia usando. Notevole davvero.

Accipicchia. Sarò un fanatico, ma… Ormai non riesco proprio più a trovare una ragione sulla faccia della terra, per non preferire Gmail a qualsiasi altro servizio di posta elettronica, gratuito o a pagamento…! 😉

One of the most requested Gmail features was the addition of IMAP support. POP is nice, but IMAP is a much better option. Among the advantages, you’re always connected to the server, more clients can connect to the same account, you can obtain the text from a message without the attachments and the state information is synchronized (you can add labels from the client, read or delete a message and Gmail will synchronize).

Gmail Supports IMAP

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I consigli di una “Mamma Digitale”…

Molto carino quello che scrive la “Mamma Digitale” sul blog Google di Gmail (e già nel nick ci sarebbe tanto da ragionare sulle intersezioni e le interferenze – a volte costruttive, altre volte meno – tra la tecnologia e i ruoli familiari, volendo…!). L’ho letto in effetti con un sorriso, perchè la situazione che descrive ha diversi punti di contatto con quella del sottoscritto. Anch’io – tra il lavoro e i quattro bimbi (anche se non ho gemelli, come la Digital Mom) – fatico a volte a “tenermi in sincronia” con la mia sposa, anche per me succede spesso che passino diversi giorni senza che si riesca davvero a chiedere “come stai”… e devo dire che in più di una occasione, il “contatto informatico” è stato di aiuto!

E perchè no, dopotutto? Certe volte anche un piccolo messaggino, raggiunge lo scopo, che poi è quello semplicemente di dire all’altra persona “ti penso, sei importante, voglio aver cura di te…”
🙂

Official Gmail Blog. Tips from a Digital Mom:

Without further ado, here’s my first “Digital Mom” tip: keeping in sync with your spouse.

Sometimes when you get home from work and the kids are hollering about dinner, babies needing a change, and you just have time to kick off your shoes and throw something in the microwave, you don’t really get a chance to talk to your spouse. In my case, with twins and a 3-year old, it can be days before I actually get a chance to ask him how he’s feeling or what he’s been doing. That’s where Gmail chat comes in. Both my husband and I are on Gmail (his company uses it as a part of Google Apps and, of course, so does mine). So even if I fall asleep within minutes of wrestling my son into bed, at least my husband has already heard about how I’m feeling throughout the day. With a little 🙂 and a little <3, it’s a wonderful way for us to stay connected.

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