E’ vero che linux ha una sfilza di file manager davvero impressionante, tanto che spesso si rischia di perdesi nella semplice scelta di quello più adatto alle proprie necessità. C’e’ poi la classica interfaccia a linea di comando (CLI, command line interface) che per certi lavoro (soprattutto in batch) e grazie alla potenza delle shell bash o zsh – ad esempio – rimane imbattibile.
Si potrebbe dire, parafrasando il tipico motto del linguaggio Perl, che per gestire i file in linux “vi è più di un modo”… In tale giungla, il mio sentiero personale di recente, si è trovato a passare vicino a Dolphin, che è il file manager recentemente promosso da KDE come sostituto di Konqueror (il programma forse più configurabile nell’Universo… anche troppo, dicono alcuni).
Ebbene, la mia impressione, dopo qualche momento speso a configurarlo, è di avere di fronte un felice compromesso tra facilità d’uso e possibilità di personalizzazione. Ha qualcosa della semplicità di GNOME (a volte eccessiva, secondo me, ma qui equilibrata). Nella figura l’ho sistemato “alla Midnight Commander” con la visione a due pannelli….