D’accordo, la posta elettronica – come concetto – è veramente una cosa vecchia. In effetti il sottoscritto (che di suo, non vanta una particolare perspicacia tecnologica) già dieci anni fa sosteneva che la posta era vecchia. Figuriamoci se non è vero oggi.
C’è stato l’esperimento Google Wave, bello, frizzante, elettrizzante, aperto. Ben presto, bello che morto. Sostanzialmente, niente dopo di questo. Alla fine, si vede che il protocollo di posta elettronica ci va bene così.
Rimane la scelta del client, questo è un campo in cui invece non ci si è mai fermati. Tanto che oggi ci sono tantissimi ottimi programmi per gestire la posta elettronica, gratuiti o a pagamento.
Per quanto mi riguarda, quelli che ho frequentato di più negli ultimi tempi sono stati
- Apple Mail. Ben realizzato, essenziale ma completo, in purostile Apple. Fai tutto quel che ti serve, anche qualcosa in più. Per chi è entro l’orizzonte dei prodotti con la mela, probabilmente la scelta più felice (senz’altro la più semplice).
- Posta di Windows. Beh, insomma. Che posso dire. Colorato, questo sì. Sembra più una cosa da mettere in vetrina che da usare veramente. Funzionalità minime, garantito l’essenziale ma poco spazio (o anche meno) per tutto ciò che va oltre.
Allora niente, fino a non troppo tempo fa sul portatile (Galaxy Book Ion, con Windows come motore) usavo Posta e sull’iMac Apple Mail, però mi seccava un po’ avere programmi differenti (con tasti differenti, impostazioni differenti, modi differenti per fare la stessa cosa… insomma avete capito). Così cercavo qualcosa che fosse disponibile su tutte le piattaforme.
Ad un certo punto della mia esplorazione, mi sono imbattuto in Postbox. Qui vi avverto, la cosa diventa complicata. Perché Postbox è veramente un client molto completo, fa davvero un sacco di cose, ma è anche – a mio avviso – sapientemente contorto, in molti casi.
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