Quei libri, tutti da ascoltare

L’ho trovato stamattina per caso, e ne sono stato immediatamente contento. Finalmente! Google apre agli audiolibri, ma soprattutto — diciamolo subito — lo fa utilizzando un modello diverso da quello di Amazon, la quale costringe di fatto a sottoscrivere un abbonamento mensile per avere accesso agli audiolibri (è questa l’unica possibilità per usufruire della sua divisione Audible, come è noto).
La differenza tra i modelli di business è notevole, anche per il consumatore. Del resto, non sarà certo per caso se il banner che campeggia nella nuova sezione dello store Google recita ammiccante “Ascolta senza abbonamento”.
Personalmente è una cosa di cui sentivo la mancanza.
Mi interessa certo avere accesso agli audiolibri, in formato più snello e moderno (e immediatamente fruibile su vari dispositivi) rispetto all’acquisto del CD in negozio (ma ormai i CD, non sanno un po’ di vecchio, secondo voi?), e tuttavia non ho interesse a sottoscrivere l’ennesimo abbonamento mensile.
Voglio insomma pagare per quello che consumo, visto che prevedibilmente non avrò un consumo molto forte.
E visto anche — aggiungerei — che molti titoli di indubbio valore si trovano ormai disponibili tramite altri canali. Qui voglio solo menzionare le puntate dell’eccellente programma Ad Alta Voce di Radio Tre, di cui la Rai mette a disposizione i podcast: sia dalla sua nuova app Play Radio che attraverso i consueti canali di consumo (io mi trovo discretamente a mio agio con CastBox ad esempio).
A proposito, detto così di passaggio: Ad Alta Voce, da gennaio, sta attraversando i Diari di Etty Hillesum, un testo straordinario, tra l’altro letto con grande bravura ed immedesimazione da Sandra Toffolatti.

Tornando a Google, devo dire che l’interfaccia per l’utilizzo degli audiolibri direttamente dal web, è apprezzabilmente semplice e completa.

Molto chiara la divisione per capitoli, innanzitutto. Non manca la possibilità di spostarsi in un punto a piacere nel capitolo stesso, e anche di avviare la lettura a velocità diverse. Decisamente comodi anche i pulsanti rapidi per tornare indietro o spostarsi in avanti di 30 secondi, utili davvero per riprendere una parte se ci eravamo distratti o trovare un dato punto se riprendiamo un ascolto di cui magari abbiamo perso “il segno”.
Insomma devo dire, a prima impressione, un’ottima possibilità, preziosa ancor più visto che alternative reali sono davvero poche, se non vogliamo appunto aderire al modello di abbonamento mensile.
Il racconto, del resto (proprio nel senso di qualcosa che si racconta a voce) è una cosa antichissima, ed è utilmente complementare al rapporto visivo con un testo scritto. E’ anche una cosa intrinsecamente ancor più relazionale, visto che è sempre un altro che ti racconta qualcosa, un testo di fisica o un romanzo (in questo non è molto importante). Voglio dire, insomma, che il libro diventa — in questa sua declinazione audio — una faccenda a tre: chi lo ha scritto, chi lo racconta e chi ne fruisce (e qui capisco che ho scelto lo screenshot peggiore, visto che chi legge e chi scrive qui sono la stessa persona: ma tant’è).
Insomma farsi raccontare qualcosa è come rinnovare un rito antichissimo. Molto più antico della lettura. Ed è una cosa che possiamo fare mentre siamo in macchina, o mentre stiriamo, o prepariamo la carbonara o una bella macedonia (no, un frullato no, per via del rumore del frullatore).
Una cosa che non tramonterà mai, per nostra (grande) fortuna.

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Mi regali uno dei tuoi ebook?

Certo stiamo attraversando un cambio epocale, legato alle modalità di fruizione della cultura. Sta già avvenendo, ma non ce ne rendiamo ancora propriamente conto. E’ qualcosa a cui penso sempre un po’ di più man mano che i miei contenuti digitali aumentano. 
Oramai la quantità di libri che ho acquistato nei circuiti digitali (soprattutto da Amazon) è diventata abbastanza rilevante. Se dovessero materializzarsi di colpo tutti gli ebook comprati in questi anni, prendendo improvvisamente forma fisica nel mio salotto, penso che dovrei uscire io di casa, per fare spazio. Già l’idea stessa mi fa tremare. Ho gli scaffali di casa ormai strapieni (con volumi parcheggiati in seconda e terza fila), la ricettività ulteriore sarebbe veramente minima: uno dei motivi per cui mi sono spostato sui contenuti digitali. Insomma, mi rendo conto della quantità di informazioni che sto accumulando in un mondo non direttamente fisico, diciamo pure virtuale.

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“Fammi finire, poi te lo presto io…”, perché in digitale no?
Il problema sorge inevitabilmente, al crescere della propria libreria. Cosa trasmettere di questo mondo, in futuro? Come passare ad altri la propria biblioteca? Certo quando si parlava di beni materiali, era abbastanza facile. La biblioteca di una persona rimane lì, comunque sia. Anche se dopo una crisi mistica il proprietario dei volumi è andato a finire in un monastero giapponese (per dire). I libri sono tutti a disposizione, possono essere presi, spostati, divisi tra diverse persone.
Eh già. Perché nel libro cartaceo informazione e mezzo di supporto coincidono in un oggetto. Tutto un altro problema per le librerie digitali. 
Al momento i miei libri su Amazon sono accessibili soltanto da me. Non posso – nemmeno volendo – alienarmene uno dandolo ad una altra persona, non posso prestarne uno (per quanto sembri strano) a chi volessi. Insomma, accanto ai vantaggi indubbi dell’editoria digitale, su cui ci siamo più volte soffermati, questo è ancora un punto delicato. Ci dovrebbe assolutamente essere un meccanismo per il quale posso almeno regalare uno dei miei libri a qualcuno. 
Lo so, lo so. Ora alcuni diranno che è un problema dei sistemi chiusi. E certo, se io ho un libro in formato epub non protetto, ad esempio (o con sistemi gentili di protezione come il Social DRM), sono libero di inviare il file a qualcuno, il quale lo può leggere senza problemi (sta a me comportarmi in maniera lesiva dei diritti di autore o meno, in questo caso). Nel caso dei sistemi chiusi come Amazon, Apple e compagnia bella, questo non è possibile: sono vincolato a ciò che Amazon (in questo caso) mi permette di fare. 
Lasciamo stare anche il fatto che tali sistemi, sia pure chiusi, hanno i loro vantaggi: trattasi di argomento sul quale comunque abbiamo già speso qualche parola. In ogni caso questo non può essere un alibi, per nessuno. Qualsiasi sistema adotto, io devo poter essere libero di regalare a qualcuno uno o più dei miei libri, o anche l’intera biblioteca, se io ne ho desiderio. Secondo me, non è pensabile di limitare la possibilità di donare un oggetto comprato, sia pure virtuale. E non sarebbe male, oltre a questo, poter prestare i libri, ovvero rendere possibile a qualcuno l’accesso al testo per un periodo limitato di tempo, periodo nel quale ovviamente io non vi posso accedere. 
Ora che la musica ha praticamente abbandonato l’infausta restrizione del controllo di accesso, e anche iTunes vende files mp3 senza protezione digitale, sembra che con i libri siamo ancora rimasti indietro, impigliati in noiosi cavilli, artificiosi steccati, irritanti barriere. Col risultato paradossale che un ebook piratato è molto più gestibile di un ebook per il quale ho investito i miei risparmi. Mi chiedo, quando potremo finalmente dire a qualcuno “Ma non l’hai letto? Io l’avevo preso in ebook e l’ho finito un mese fa, te lo passo io…” 

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Benvenuto Kindle Paperwhite!

Lo so, magari a voi non interessa. Però qualche riga la butto giù lo stesso, per salutare l’arrivo del mio ultimo lettore di ebook, il nuovo Kindle Paperwhite, appena uscito. Allora, intanto va detto che nei termini di consegna sono stati rapidissimi.  L’avevo prenotato un po’ di tempo fa: sul sito c’era scritto che il modello nuovo (quello che ho preso io) non sarebbe stato distribuito prima dell’otto ottobre, e dunque mi sono rassegnato ad aspettare…
In ogni caso, già il giorno prima della data fatidica qualcosa si stava muovendo. Un prelievo di 129 Euro dalla mia carta di credito mi aveva insospettito (lo so, ci voleva poco…. comunque, non posso dire di essere un grande investigatore). Verificando sul sito ho avuto la desiderata conferma: il mio Kindle era passato “in spedizione”. Stamattina ho avuto la possibilità di averlo in mano, con qualche ora di anticipo rispetto a quanto avevo previsto. 
Una foto dello spacchettamento, ci voleva… 😉
Intanto, mi direte: perché il Kindle? Ora, da una parte potrei rispondere, perché mi sono trovato molto bene con il mio vecchio modello (fino a che non ha deciso di salutarmi…), poi per una questione abbastanza ovvia, a pensarci: non avevo scelta. Nel senso, avendo formato una consistente libreria nella cloud di Amazon, sarebbe stata una pazzia optare per una soluzione diversa.
Comunque probabilmente l’avrei preso lo stesso, questo Paperwhite da 129 Euro. Certo se non fosse uscito questo nuovo, mi sarei anche accontentato del modello base (l’ha preso mia figlia e mi sembra comunque molto valido). Spendere di più per un modello con il 3G mi sembra francamente un’assurdità: ormai tutti hanno dispositivi mobili che possono generare una piccola rete locale, cui agganciare il Kindle, all’occorrenza. 
Venendo dunque al Paperwhite, in sintesi la mia opinione è questa: le caratteristiche  sono decisamente interessanti, e il prezzo tutto sommato non è esorbitante. Poi io dentro l’ambiente di Amazon mi ci trovo molto bene, e ne apprezzo decisamente le caratteristiche (in passing, la sua “chiusura” – lamentata da taluni – non mi infastidisce troppo, a fronte dei vantaggi che mi fornisce).
Due parole per chi pensa che – avendo magari un tablet – non valga la pena anche acquistare un vero ereader. Ragazzi… non c’è confronto! Per i libri veri e propri, un lettore dedicato è veramente più comodo. A parte il fatto che la specifica modalità di lettura (non hai davanti uno schermo retroilluminato, ma qualcosa assimilabile ad una vera pagina stampata) stanca molto meno la vista, poi un lettore come il Kindle – o i suoi analoghi – ha dalla sua la portatilità, la leggerezza, l’autonomia della carica… veramente per i libri il tablet non è la soluzione appropriata. Me ne sono accorto bene in questo periodo di interregno in cui non avevo – appunto – che l’iPad per leggere i miei ebook.
Prendendolo in mano e giocandoci un po’, l’impressione è sicuramente positiva (i dettagli a seguire in un prossimo post). Peso, dimensioni, sensazione al tocco. Nitidezza dello schermo, luminosità. Molto interessante, bel prodotto. E poi, basta collegarsi al wireless e tutti i miei libri sono lì, pronti per essere scaricati. Benvenuto Paperwhite 😉

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La Bibbia in ebook

Ho salutato con piacere l’arrivo della nuova edizione della Bibbia in formato ebook. Inutile spendere parole sull’importanza – per credenti e non credenti – di un tale libro, ne converrete. Pertanto in questa sede mi concentro esclusivamente su un aspetto ‘tecnico’ particolare inerente alle specificità della sua diffusione in formato ebook. La cosa interessante è che le Edizioni Paoline hanno reso disponibile il testo tramite diversi canali: si può acquistare in formato epub oppure in formato proprietario, ad esempio all’interno del circuito di Amazon, nella sezione Kindle. Diverse opzioni, stesso prezzo (attrativamente basso, almeno per ora: 2.99 euro). 
Ora, il mio primo impulso è stato quello di acquistare il file in formato epub, protetto (lodevolmente) soltanto tramite il “social DRM”, in modo che si possa trasferire liberamente tra vari device senza sottostare a noiose e punitiva pratiche di autenticazione, come nel caso di Adobe DRM (col risultato paradossale per cui chi si procura illecitamente una copia “craccata” di un libro gode di molta più libertà di chi lo acquista regolarmente…). 
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Cosa hanno “sottolineato” gli altri lettori…? Amazon lo sa…
Crediti: ShellyS su Flickr
Ricordo che il “social DRM” consiste nell’imprimere all’interno del libro elettronico un dato identificativo del compratore (tipicamente, indirizzo elettronico e data di acquisto) in modo da disincentivare ‘gentilmente’ l’utente stesso – teoricamente identificabile – dal diffonderne copie in giro per la rete. Finalmente! 
Dunque è fatta, lo compro in epub. D’altra parte, perché mai comprare lo stesso medesimo libro nel circuito Kindle? Con lo stesso prezzo, preferire un formato “chiuso” ? Legarsi ad un dato sistema? Vado con l’epub, certamente. Ma… aspetta un momento… un attimo prima di finalizzare l’acquisto mi fermo, colto da un dubbio. No, aspetta: le sottolineature. 
Come la mettiamo con le sottolineature? 
Eh perché i libri Kindle saranno pure in formato chiuso, ma hanno delle prerogative che un semplice file epub – tecnicamente – non può avere. Sono in un certo modo ‘sociali’. Leggendo un libro dal Kindle, o dall’applicazione Kindle che c’è quasi… per tutto (eccezione notevole e sfortunata, il sistema operativo linux), posso vedere i brani più evidenziati del libro, e anche quante persone hanno sottolineato un dato pezzo. In un certo senso è un libro vivo, che cambia con il tempo, tiene conto delle persone che lo leggono. Stabilisce come un ponte, un canale di comunicazione tra loro. Per i titoli più diffusi (e questo che sto per acquistare sicuramente lo diventerà) questo arricchisce la lettura di un aspetto ‘sociale’ decisamente interessante. 
Ancora, la possibilità di scaricare il testo facilmente da ogni device, è un’altra. E non dimentichiamo la sincronizzazione automatica tra i vari device. Certo, posso mettere l’epub su Dropbox e accedervi da tablet, computer, smartphone. Siamo d’accordo. Ma nessuno mi regala la sincronizzazione automatica. 
Ovvio, non ci sono dogmi, qui (nel formato, intendo). Preferire il formato aperto e facilmente trasferibile e fruibile ovunque – ma senza quel sapore social – oppure adeguarsi all’ambiente Kindle (o equivalenti) con limiti e vantaggi che questo comporta. Alla fine sono questioni di gusti, e di filosofie. 
… che dite? Come è andata a finire? Beh, io l’ho comprata da Amazon.
In breve (perché siamo arrivati alla morale della storia), dubito sempre più della scorciatoia “aperto è meglio”. Capisco i suoi punti di forza, ma non mi sento (più) di incensarla a priori. Beninteso, non che “chiuso” mi esalti troppo, peraltro. 
Allora, che fare? Niente, facciamo soltanto lavorare il cervello, ogni volta che si può. 
Parliamone, perlomeno. Niente è scontato. Valutiamo, caso per caso.

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Legger libri, senza carta

In questo broglio di appunti informatici mi sono spesso messo a riflettere sulla lettura di testi in formato digitale. E’ evidente che il massimo confort di lettura, va da sè, si ottiene con dispositivi appositi come il kindle di Amazon, o gli altri analoghi, ovvero dispositivi dotati di inchiostro elettronico senza retroilluminazione, che oltre a consumare molto poco non stancano la vista, e sono davvero gli ideali sostituti del libro cartaceo.
Comunque sia, non è infrequente trovarsi a leggere testi anche su altri dispositivi, come i tablet oppure anche gli smartphone. Vi sono diversi programmi per leggere, anche veri e propri libri. Anche uno smartphone non è poi tanto male per leggere magari mentre si è in fila all’ufficio postale o nello studio del dottore (con un occhio sempre attento a non farsi passare davanti…). Un buon ecosistema di lettura oramai permette di leggere passando da un dispositivo all’altro senza disagio, ricominciando ogni volta dal punto esatto in cui si era lasciato il testo.
Così posso leggere un libro sul Kindle vero e proprio, per poi trovarmi a continuarlo sull’apposita applicazione per il mio android (avete indovinato? Sono in fila alle poste!), poi magari proseguire sull’iPad o sul MacBook (nella pausa pranzo), e la sera proseguire sul Kindle come nulla fosse.
Libri
I libri “di carta” sono belli, ma tendono ad occupare spazio….

Che si capisce da questo? Ok, che il testo che sto leggendo mi interessa molto… 🙂 No dài, a parte questo. Che ormai una simile esperienza è un requisito troppo attraente per potervi rinunciare.
Su questo campo il principe indiscusso è appunto Amazon. Oltre il Kindle vero e proprio (ormai sotto i cento euro, è diventato davvero un oggetto accessibile) esiste una applicazione Kindle praticamente per tutto, iPad, iPod, iPhone, Android, PC Windows, computer Mac… esiste perfino una web application da far girare nel browser.
(Eh? No, linux purtroppo no. Evidentemente non ha quota di mercato che interessi ad Amazon.)
Così ti porti dietro i tuoi libri veramente ovunque. Difficilmente potresti portarti appresso una libreria cartacea equivalente, senza grandissimi sforzi e senza che la gente dubiti seriamente della tua sanità mentale. Ora invece te la trovi in tasca, la tua libreria. Se poi la gente dubita ancora della tua sanità mentale, sarà che hai altri problemi, ma non è il caso di discuterne qui, probabilmente…
Le applicazioni Kindle ti permettono anche di mettere segnalibri, di inserire note, di evidenziare dei passaggi (cosa che mi piace da matti, e uso parimenti da matti). C’è anche una spruzzatina di socialità, perché se vuoi puoi vedere i passaggi più sottolineati dagli altri, del libro che stai leggendo. O far leggere agli altri (che poi, gli altri siamo noi, come cantava una vecchia canzone…) i tuoi passaggi preferiti dei libri che stai leggendo (via Twitter e Facebook, gli immarcescibili network sociali).
Personalmente la trovo una cosa rivoluzionaria. Già mi pare una seccante scocciatura non disporre di un testo che ho comprato solo perché l’ho lasciato a casa (mia, o di un amico, o di una ragazza, di un cognato…). Un testo comprato, mi dico, dovrebbe abitare nella nuvola ed essere scaricabile e fruibile da uno dei miei dispositivi elettronici, ovunque io sia. 
Certo, la sensazione del libro cartaceo… un po’ come la nostalgia, lasciamelo dire, dei buon fruscìo dei cari dischi in vinile…

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Quale lettore di ebook scegliere?

Stamattina ricevo una telefonata (a volte, capita). Una collega di un istituto qui vicino. Ma no, non è per questioni di ASDC che ti chiamo. Mi dice. Volevo qualche informazione riguardo l’acquisto di un ebook, G. mi ha detto che potevo rivolgermi a te…

Accipicchia, sembra che sia ritenuto un esperto! In realtà non ne so tanto, però la conversazione che ne scaturisce mi fa venire voglia di scrivere due righe. E quale posto migliore di SegnaleRumore, per questo? 
Tanto più che a mio avviso la situazione ebook per il nostro paese è cambiata radicalmente da pochissimi giorni, con l’arrivo dei libri digitali in lingua italiana sul negozio online di Amazon. Già sedicimila libri, secondo quanto riporta il banner su Amazon.it, sono disponibili per l’acquisto immediato, e verosimilmente altri se ne aggiungeranno presto. Accanto al fatto che è disponibile ad un prezzo molto interessante il nuovo Kindle Touch (sotto i cento euro), direi che la cosa è ancor più interessante. Anche per chi è inguaribilmente affezionato ai libri di carta, la prospettiva di cominciare ad entrare nel mondo del libro digitale può essere considerata allettante, viste le condizioni.
Ma che fare? Che lettore comprare? Questo mi chiedeva in pratica la collega, stamattina. 
Prima di rispondere vi voglio un pò raccontare… La mia storia con gli ebook comincia molti mesi fa, proprio con un Kindle. Mi interessava la sterminata disponibilità di libri in lingua inglese, pensavo anche che poteva essere comodo per familiarizzarmi con la lingua. Successivamente il Kindle è passato ad uno dei miei figli, e sono passato al Leggo di IBS. Mi sembrava interessante come caratteristiche e con la possibilità comunque di accedere ad un catalogo di libri italiani sufficientemente ampio (anche se lacunoso in più parti). Successivamente però al Leggo è stato affiancato un altro Kindle. Non è facile stare lontani dalla device di Amazon: per la sua qualità di lettura, e soprattutto per l’ecosistema che gli è stato costruito intorno.
Leggere
Che ne dite, non leggeremo più così… tra un pò di anni?

Certo, Amazon ha un sistema chiuso. Un libro preso da Amazon non lo leggi su altri lettori. E questo certamente dispiace. Però c’è il rovescio della medaglia, ed è un rovescio “di peso”. Un libro preso da Amazon (ora anche italiano, appunto) lo leggi veramente dovunque. Qualsiasi cosa abbia uno schermo, anche piccolo, può leggere i libri che hai preso su Amazon. iPad, iPhone, tablet e smartphone Android, MacBook, PC Windows. Ognuno ha il suo programma per leggere i tuoi ebook, scaricabile gratuitamente da Amazon.
Manca un client linux, questo purtroppo è vero: una ricerca sullo store di Ubuntu per “Amazon” mi ritorna Flight of the Amazon Queen.. un gioco – anche gratuito – che sembra essere divertente.. “Imbarcati in un’avventura per salvare una principessa rapita e nel frattempo scopri le sinistre intenzioni di una società Lederhorsen situata un un luogo molto sospettoso” (Come fa un luogo poi ad essere sospettoso? Magari è più facile che sia soltanto sospetto…). Ma questo è un altro discorso…   
Oltretutto, il whispersync è indubbiamente comodo. Leggi un pezzo di un libro con il Kindle, prosegui con lo smartphone, riprendi da un’altra parte con l’Ipad, e ogni volta ti trovi al punto giusto… tutto questo certamente vuol dire qualcosa. Oltre al fatto che hai a disposizione un sacco di gadget, intendo…  🙂
Ora che ho i libri in italiano per il Kindle il Leggo rischia di rimanere fermo sullo scaffale (penalizzato anche dalla necessità di un aggiornamento software tanto atteso e ancora non rilasciato, per abilitare finalmente funzioni importanti come l’annotazione del testo). Mi secca dirlo, ma per quanto chiuso, l’ecosistema di Amazon è davvero molto comodo.
Poi certo, ci sono tanti altri lettori in circolazione. Ogni lettore serio deve almeno leggere gli epub protetti con DRM di Adobe, che è lo standard fuori dal mondo Amazon, adottato da tutte le principali librerie online anche in Italia. Per il resto, bisogna chiaramente vagliare le caratteristiche del lettore, caso per caso (scheda di memoria, qualità dello schermo, collegamento wifi, etc).
Come orientarsi allora? Alla collega, ho dato un consiglio molto semplice. Partire dai libri. Che libri vuoi leggere? Li trovi sul negozio Amazon? O la maggior parte li trovi altrove? Ecco, io partirei da questo per selezionare il lettore. O almeno fare la prima scelta importante: Kindle o… non Kindle.
Tenendo presente, in caso di dubbio, che il prezzo attuale del Kindle Touch è davvero intrigante (il leggo l’ho pagato esattamente il doppio), e che è più che probabile che la libreria di Amazon italiano venga rimpolpata via via.. 
Disclaimer: no, seriamente, non prendo un euro da Amazon per questo post… …purtroppo… 🙁

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Software per ebooks, ecco FBReader

Mi piace sempre di più, questo semplice ma efficace lettore di ebook. Parlo di FBReader, un lettore per Linux e Windows (e anche per Android). Lo uso con soddisfazione sia sul mio HTC Wildfire che sullo “sfortunato” tablet Toshiba Folio 100. Mi piace perché è semplice e si adatta molto bene a schermi di varia dimensione: ottimo sia sul 10 pollici del Folio che sullo schermo piccolino del Wildfire (e volendo posso usarlo anche sul desktop con Ubuntu). 
Inoltre nelle versioni più recenti è stato introdotto un sistema di annotazioni che trovo molto comodo. Si può selezionare una parte di testo che verrà inserita nella lista di annotazioni, in modo da ritrovarla con comodo in un secondo tempo (io la uso per tenere una lista di frasi “importanti” dei libri di Valerio Albisetti o della “Scuola di Comunità” di Juliàn Carron). Quello che apprezzo molto è l’opzione, formalizzata con due tab nella parte alta della pagina dei bookmark, che permette di transire dalla lista delle annotazione per il libro che si sta leggendo a quella per TUTTI i libri nel propri archivio. Ottimo per ritrovare facilmente un elenco di passaggi notevoli, che nel corso del tempo vengono a costituire, per ogni lettore, un piccolo ma importante “tesoro” cui poter far riferimento in ogni istante.
FBReader nella funzione di ricerca 
Certo non è che non abbia limitazioni; ad esempio i libri in formato epub protetti dal certificato digitale di Adobe non possono essere letti (e ahimè sono proprio tanti); inoltre non interpreta – mi pare – il foglio di stile a volte associato ai libri. Però a parte quello garantisce comunque una ottima esperienza di lettura, grazie anche alla barra inferiore, studiata per fornire una grande quantità di informazioni sul libro e sullo stato del device in un piccolo spazio: ingegnosa in particolare la rappresentazione grafica delle varie sezioni con la barra di avanzamento, che consente a colpo d’occhio di capire a che punto si è, e non ruba spazio nemmeno negli schermi piccoli degli smartphone)
Certo siamo lontani da sistemi integrati (ma blindati) come quelli appartenenti all’ecosistema di Amazon, tanto per dire, che in più offrono il WhisperSync tra un device e l’altro: grazie a questo si può iniziare a leggere sul Kindle, continuare sull’iPod, riprendere la lettura sull’iPad o sul tablet Android, aprendo ogni volta il libro alla posizione esatta in cui si è lasciato. Ma appunto è un sistema chiuso, ancorché apprezzabile, i cui libri non possono essere letti che con quel dato software. 
Insomma, per leggere gli epub “aperti” o con social DRM (l’unico sistema di “protezione” che mi sembra non imponga inaccettabili restrizioni agli utenti) per semplicità ed efficacia, FBReader fa secondo me un ottimo lavoro. Che ne dite? Avete un altro software di preferenza?

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