Although we don’t have the resources to actively participate in the fork of mintMenu, we encourage such initiatives, we support the developer behind it and we’re delighted to see it happen.
We hope to see more of this happening in the future and we’ll try to keep our technology as cross-distribution as possible.
mintMenu, l’ormai famoso tool di Linux Mint, sta per sbarcare in Fedora. Mi pare una cosa molto bella che degli strumenti che si sono dimostrati validi ed apprezzati, all’interno di una distribuzione linux, vengano portati anche verso altre diverse configurazioni.
Apprezzabile che le diverse distro non si rapportino tra loro secondo la logica aberrante dell’impermeabilità, ma permettendo ibridazioni e contaminazioni: questo – superfluo dirlo – è un punto di eccellenza del modello “open source”… 😉
Perfetto, perfetto (potremmo dire)… Ho Ubuntu sul desktop, nella versione 9.10 con tutti i bravi aggiornamenti; ho un MacBook con il suo bello Snow Leopard (che devo dire, funziona bene anche se ogni tanto combatto con le sue impostazioni “filosofiche”… tipo il tasto rosso che non chiude l’applicazione ma solo le sue finestre…). Più o meno una configuazione che si dimostra valida per lavorare e produrre.
Purtuttavia… c’è qualcosa che manca, soprattutto se guardo agli anni indietro. Quelle ore passate ad istallare una data distribuzione linux per provare com’è, magari lavorarci qualche giorno, qualche settimana… e poi sovente passare ad installarne una diversa (!), solo perchè da test o da qualche lettura, risulta lavorare meglio con il dato hardware: certo, se vogliamo, anche una gran perdita di tempo, con pochi risultati concreti. Però anche un viaggio affascinante nel software e nella tecnologia dei moderni sistemi operativi, che ora un pò mi manca.
C’è tuttavia un modo per “viaggiare sicuri”, mantenendo le impostazioni che si dimostrano valide per il lavoro “vero e proprio”: la virtualizzazione! Calma calma… ho capito cosa volete dirmi: certo non sono io a scoprirlo, semmai ci sono arrivato solo da poco, forse anche per un poco di scetticismo.
Scetticismo forse immotivato, visto che istallare Virtualbox su Ubuntu e sul Mac è stato un gioco da ragazzi. Ed è stato emozionante provare una istallazione di Mandriva 2010 dentro un disco virtuale, e vedere che andava tranquillamente a buon fine! Poi massimizzando lo schermo, ecco che uno quasi si scorda che sta usando un software di virtualizzazione… ed è libero di fare tutte le prove che vuole, senza il problema di fare “danni”…!
Va da sè che la cosa è troppo simpatica, e invita a continuare (tempo permettendo); come non fare un giretto, allora, sulla mitica openSuse (con Mandrake/Mandriva, uno dei miei primi linux), magari per mettere il naso sulle differenze di implementazione dell’ambiente desktop KDE nella versione 4.x (e ce ne sono parecchie, sissignori…!) ? 🙂
Linux Mint è al momento una delle più importanti derivate da Ubuntu, senz’altro una distribuzione di grande interesse per chi sia interessato ad un ambiente desktop elegante e funzionale.
Inoltre, Linux Mint è pensata per rendere facile il più possibile il passaggio da ambienti quali Windows. Ragion per cui – ad esempio – presenta una versione di Gnome modificata con solo il pannello inferiore, in modo da ricalcare più da vicino l’ambiente del sistema di Redmond, che si suppone sia più familiare per la maggior parte degli utenti.
Questa scelta può piacere o meno (al sottoscritto alla fine piace più il sistema a due pannelli tipico di Gnome), ma al di là di ciò rimane un sistema che alla potenza e versatilità di Ubuntu associa un’attenzione ai dettagli non trascurabile, e soprattutto vanta un desktop che “out of the box” si presenta davvero elegante.
Con un aspetto così… non si può dire che Helena passi inosservata…!
Come bonus, Linux Mint presenta diversi programmi e utility pensate apposta per la distribuzione, come un software manager, un upload manager e varie piccole chicche, capaci di migliorare in taluni casi l’esperienza utente rispetto ad Ubuntu. Senz’altro una distribuzione da tenere d’occhio.. 😉
Featured improvements in this release: OEM installation, possibility to ignore updates, configurable menu places, multiple selection in the Software Manager, new system tray File Uploader with support for drag and drop and mutiple files uploads.
“PC/OS aims to be an easy-to-use Linux distribution right out of the box. Being Ubuntu-based, it has a head start on being user-friendly, but PC/OS goes above and beyond Ubuntu’s measures to ensure ease of use by having common third-party non-GPL software included in the install.”
Per la felicità dei normali utilizzatori di personal computer arriva un’altra distribuzione linux che sembra molto interessante, sulla carta (per così dire). Diciamo subito che anche PC/OS è una derivazione di Ubuntu (a sua volta derivazione di Debian, come ben sappiamo), la qual cosa conferma anche la bontà e la maturità di un progetto – Ubuntu – ormai diventato quasi uno standard per il desktop del pinguino.
Come conseguenza, appunto, sorgono datempo distribuzioni che arricchiscono l’offerta standard di Ubuntu proponendosi con delle peculiarità o caratteristiche particolari (ricordiamo ad esempio gOS che presenta un desktop costruito intorno alla facile accessibilità ai vari servizi online di Google, da Google Docs a Gmail fino a Blogger…). In questo contesto è interessante PC/OS che fino nei suoi obiettivi si presenta come una distribuzione linux orientata all’utente desktop “medio”, che desidere essere da subito in grado di ascoltare i suo files musicali (anche se sono mp3 o wma e non ogg Vorbis come la Free Software Fondation consiglierebbe…) operare sui documenti e in generale usare software “libero” e “proprietario” senza eccessive preoccupazioni o marcate velleità puristiche.
L’istallazione propone l’ambiente desktop Xfce, più leggero di Gnome, l’ambiente standard di Ubuntu; questo per venire incontro ad un altro obiettivo dei programmatori di PC/OS – obiettivo caratteristico di diverse distribuzioni linux e quasi sensibilità particolare del suo “ecosistema”, potremmo dire – che è la compatibilità con hardware relativamente obsoleto. Xfce in questo senso è un valido compromesso perchè appare piuttosto leggero per le risorse hardware, mantenendo nel contempo l’accesso ad una esperienza desktop sufficientemente ricca.
Dunque benvenuto PC/OS: segno di un altro passo verso la ormai acquisita maturità di linux ormai ben al di fuori dell’ambito (ai più oscuro e misterioso) dei gestori di server e di amministratori di sistema..! 😉
“Discover a good OS” recita la scritta sul sito di questa nuova distribuzione linux che sta crescendo di popolarità in maniera rilevante. Non l’ho ancora provata (ma nella copia che mi è arrivata oggi di PC Professionalevedo che la distribuzione trova spazio nel DVD accluso.. sicchè…).
Però.. senza averla provata… già posso registrare qualcosa di interessante (per me): ovvero il fatto che vi sia un sistema operativo che integra “programmaticamente” dei servizi online (specificamente, di Google) nella sua “struttura costitutiva”, è forse un segno dei tempi – dopo le suite di office online sempre di Google e di Zoho, questo potrebbe essere il prossimo passo “logico”.
Verso un mondo – va pure detto – sempre più struttralmente “cablato” (e sempre meno autosufficiente in caso di assenza di connessione…). Altresì, sistemi come questo confermano e corroborano l’idea della estrema plasticità delle distribuzioni linux, configurabili e “customizzabili” praticamente “intorno a qualsiasi idea”…