I Beatles, e quell’odore della carta

Sono un po’ esitante, perché in un certo senso già capisco che questo post si muove un po’ in senso contrario a quanto abbiamo più volte scritto su queste colonne (improprio, ma mi piace scrivere su queste colonne..), in diverse occasioni, in merito al raffronto tra lettura su carta e lettura digitale. 
Perché nonostante tutto, io rimango un grande fautore della lettura digitale. E’ qualcosa di bellissimo mettere nello zainetto un Kindle e con questo semplice gesto, portarsi appresso una buona frazione della propria biblioteca di casa. Centinaia di libri, tutti a disposizione. Dove puoi peraltro cercare come non hai mai osato fare (tipo, una specifica parola in tutti i tuoi libri… sfido a farlo con il cartaceo, sarebbe un lavoro enorme anche per una squadra di persone). E poi…
No, ma ritorno al tema. Qui voglio dirlo, ammettere una certa peculiarità del libro di carta. Quello che compri in libreria e sfogli, per capirci. 
Non è che mi sono riconvertito al cartaceo così, per approfondita riflessione. Non è così.
Soltanto, che oggi mi trovato al centro di Roma, per alcune incombenze, svolte le quali mi sono concesso una passeggiatina (avevo con me l’ombrello, dunque non sarebbe piovuto), fino alla Galleria Colonna (ora, Galleria Alberto Sordi). Lì sono stato attratto da Feltrinelli, come una mosca dal miele (non c’è verso). Vabbè che da quando ho il Kindle, uso la libreria solo come un elenco di suggerimenti… Comunque entro, gironzolo un po’, respirando l’aria dei libri, che è sempre buona. Arrivo al terzo piano, in realtà cercando più la caffetteria che altro, ma mi imbatto in una piccola sezione di libri riguardanti la musica. 
Questa non si può trascurare. 
Dopo un po’ – trovo tanti bei libri che regolarmente scarto perché costano troppo per le mie tasche – proprio quando stavo cercando un libricino (non troppo costoso) da portarmi via, magari trascinarlo in caffetteria e farci colazione insieme, trovo questo: un libricino (non troppo costoso) da portare via, da farci colazione e magari portarlo anche a casa. Ovvero,  abbastanza quello che stavo cercando. 
A questo punto, faccio una verifica sul cellulare, sperando che non ci sia su Amazon. Invece c’è. Allora, in seconda battuta, spero che non ci sia per Kindle, eccheccavolo, quando ne voglio uno (anche famoso) non c’è mai, questo invece chi lo conosce (senza offesa) e invece …
Invece c’è. Maledizione. E risparmierei, non molto devo dire, comunque lo farei. 
Delusione. A questo punto la procedura di lavoro è delineata: dovrei lasciarlo lì, uscire dalla libreria (con o senza stop nella caffetteria) e poi comprarmelo per il Kindle mentre torno a casa, tramite lo smartphone. Tornando insomma a mani vuote, almeno nel senso più fisico della questione.
Però, però vediamo… (occhio, qui inizia la parlamentazione interna)… magari lo posso almeno portare con me a far colazione, poi si vedrà… Lo posso sempre rimettere a posto, dopo. Chi mi dice nulla? 
Esatto, questo si può fare, non è una violazione di nessuna mia regola interiore, non è scorretto, Marco daje, prendi ‘sto libro dallo scaffale, deciditi. Prima di notte, insomma. 
Lo prendo, allora? OK,lo prendo. 
Arrivo alla caffetteria, che poi è proprio lì dietro, stesso piano, pochi metri distante dalla sezione musica. Ordino cappuccino e brioche e mi siedo, in compagnia del libro. Almeno questo tempo lo passiamo insieme tu ed io (gli dico, lui peraltro rimane abbastanza muto, pur essendo un libro di argomento musicale).
Beatles e cappuccino. Un connubio di grande impatto psichedelico.
Iniziamo a fare conoscenza, allora. E devo dire che qui il mio convincimento digitale inizia ad andare in crisi. Per le informazioni che arrivano con questo libro cartaceo, essenzialmente. Che non mi arrivano con la versione Kindle. Ma non intendo qui il solito profumo della carta (che poi tutto ‘sto profumo non mi pare che ce l’abbia). Intendo cosa più banali, terra terra. 
La grandezza del libro, intanto. Il suo peso. Il grado di rigidità della copertina in cartoncino. Lo spessore delle pagine. E poi, sfogliando, la scelta del carattere tipografico (abbastanza grande che riesco a leggere senza occhiali, bene). Il tipo di carta, la sua specifica porosità. Poi qui di sono i disegni. Ecco, come sono intersecati allo scritto, in che pagine, che impressione globale mi danno. 
Sul Kindle tutto è ottimizzato, sapientemente ottimizzato: ma è sempre quello. Il tipo di carattere, la dimensione del libro, il peso ovviamente, insomma un libro è sempre uguale all’altro tranne che per quel che c’è scritto. Qui un libro vero è già diverso dall’altro a prescindere da quel che c’è scritto. 

Il punto interessante (per cui vi ho portato fin qui), è che quel che c’è scritto si imbeve del contesto, e ne riceve un profumo e una consistenza particolari. Quel che c’è scritto si contamina con il suo contenitore, e si realizza una unione particolare, non riproducibile in modo digitale. Una cosa non del tutto logica, leggermente psichedelica, per restare in tema Beatles.
Prendiamo una frase più o meno a caso. Ecco, prendiamo da pagina 18.

Da tutto il mondo ci si sarebbe recati tra i palazzi e le strane nebbiose della capitale inglese e a respirare la nuova aria che cominciava a circolare e ad avvolgere la vita delle nuove generazioni, influenzandone il modo di vivere, il modo di pensare, i rapporti sociali, le relazioni interpersonali, insomma ridefinendo un intero stile di vita. 

Ora, che io lo leggo sul libro, alla pagina che sta a sinistra, dove devo esercitare pressione perché il libro ancora abbastanza nuovo, non si richiuda, che lo leggo con questi caratteri tipografici, che intanto avverto l peso della parte destra che è ancora preponderante, il che a sua volta mi dice che ho appena iniziato (lo dice in modo analogico, ma lo dice), e me lo dice insieme allo sforzo moderato ma percepibile del pollice della mano sinistra, almeno fino a che non mi decido e come facevo un tempo “convinco” il libro (che ancora nutre indecisi rimpianti per il suo stato di previa verginità non essendosi ancora mai relazionato con un vero fruitore)  ad essere letto e a non richiudersi subito, passando energicamente la mano sul libro tenuto aperto, lungo la sua costola… 
Insomma, tutte queste metainformazioni mi arrivano allo stesso momento dei concetti della frase, e formano un tutt’uno alla mia percezione. Io leggo da tutto il mondo… e mentre penso ai Beatles questo concetto si arricchisce del colore leggermente giallino della carta, dei rapporti di peso che sento sulla mano, del contatto con questo oggetto. E questo influenza il mio modo di sentire, per parafrasare il brano citato, lo fa indubbiamente.

Ma tutto questo è avvenuto dopo, dopo aver superato lo scoglio, aver rischiato su questa domanda: lo compro o non lo compro, questo libro?

C’è voluta una scusa, per zittire il mio Catilina interno molto occupato a dirmi guarda Marco, guarda che la versione Kindle ti costa di meno… resisti alla tentazione di non uscire a mani vuote, non ti fare abbindolare… insomma ragiona, che ti costa rimettere questo libro sullo scaffale? Fai la cosa furba, falla… 

Non sapevo cosa rispondere. Alla fine mi è arrivata un’idea, forse non robustissima, ma è stata sufficiente. E le figure, i disegni, gentile signor censore? Lei ha ragione in generale, ma … sappiamo tutti che i libri con figure rendono meglio su carta…

Non mi soffermo sulla robustezza di tale considerazione. Dirò solo, che grazie a quella sono riuscito. 


E stavolta, credo stavolta la cosa furba l’ho fatta, ma non quella che pensa lui.
Sono uscito, con il mio libro del Beatles, ancora in mano.
Un po’ come ai vecchi tempi, un po’ come allora.
I Beatles, secondo me, sono d’accordo: e questo già chiude ogni questione.

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Sul leggere, oggi

Ci stavo pensando mentre ero immerso nella lettura di un romanzo, sul Kindle. Certo che la trasformazione a cui siamo chiamati adesso è veramente epocale. Sono secoli che usiamo i libri come veicolo di trasmissione del sapere, che sognamo, ci arrabbiamo, ci estasiamo, ci infervoriamo, eccitiamo e deprimiamo.  Attraverso i libri, impariamo a comprendere che c’è un abisso oltre il nostro orizzonte, cosicché quando si fa troppo piccolo possiamo di nuovo forzarlo a spalancarsi, a contatto con altre esperienze ed altre visioni del mondo, altri orizzonti… la somma di più orizzonti è un orizzonte finalmente vasto, vastissimo.

Tutto attraverso i libri. Tutto attraverso la parola scritta. Appunto, è stato così per secoli. 

E ora sta cambiando. Proprio adesso, una rivoluzione silenziosa sta accadendo. Morbida e silenziosa. Ma profonda.

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Libro o ebook? Questione di gusti. L’importante, dopotutto, è leggere…

Photo Credit: pedrosimoes7 via Compfight cc

Lo sappiamo, lo sanno tutti, sia gli entusiasti che i denigratori. Il libro digitale è inevitabilmente destinato a prendere il sopravvento. Sopratutto perché, innegabilmente, è comodo. Soprattutto da quando ho il Kindle con l’illuminazione, ho scoperto che è diventato comodissimo… troppo più comodo del libro di carta (lo so, lo so… la consistenza della carta, il suo profumo… ebbene sì, in ogni cambiamento si perde qualcosa, purtroppo). 

Basterebbe solo meditare sul fatto che orma puoi portarti una intera libreria in uno spazio piccolo e con un peso irrisorio.

Certo vi sono tante cose, nell’approccio con il libro, che ancora devono essere adeguatamente mappate nel nuovo sistema. Come un 33 giri lo cominciavi a valutare dall’analisi visiva dei solchi (qualcosa che i più maturi ricordano, una sapienza ormai passata, alla quale molte persone non accederanno mai), così il libro cartaceo indubbiamente ti restituisce una buona serie di informazioni tattili e visive ancora prima di essere letto.

La copertina. I colori, le scritte, la sua consistenza. Rigida, morbida. Plastificata o no. Con i bordini o a filo di pagina. Poi l’interno. La carta – appunto – il suo spessore, il suo colore. Mai uguale. La larghezza dei caratteri. Ecco, fermiamoci sul fatto in apparenza banale della larghezza dei caratteri, e della spaziatura. Prima facevano parte del libro. Erano già scelte. Ora la puoi decidere tu sul tuo lettore. Non fa più parte  intrinseca del libro, ne è stata sbalzata fuori. Per il font vale sovente lo stesso discorso. 

Insomma,non c’è più un libro scritto piccolo o grosso, largo o fitto. Perché decidere di questo rientra ormai nel potere di chi li usa, non di chi li fabbrica.

Sembra una stupidaggine. Eppure questo già ci forza a cambiare il paradigma, a fare i conti con una nuova idea del leggere.

L’esperienza d’uso è anch’essa, innegabilmente, diversa. Nel libro poi, il progresso di lettura lo avverti fisicamente, dalla mole di pagine che hai accumulato nella parte sinistra. I libri grossi li puoi perfino soppesare. Più peso mandi verso la parte sinistra più sei andato avanti nella lettura. E non solo. Per sapere quanto hai da leggere in un  capitolo, lo sfogli rapidamente fino alla conclusione. Tutto questo non è possibile con l’ebook, almeno, non nello stesso modo (il Kindle ha una sorta di preview che ti consente – in qualche modo – di sfogliare le pagine senza muoverti dalla tua posizione, e immagino che altri e-reader facciano lo stesso).

Non è insomma la stessa cosa, leggere in digitale. Per abituarsi ci vorrà del tempo.

Eppure, con tutti gli svantaggi che sappiamo, che ci possiamo dire, il libro elettronico è già innegabilmente troppo comodo. Tanto da creare anche una certa assuefazione. Personalmente, ormai mi irrita non poter cercare una parola o una sequenza di parole in un libro cartaceo. Devo scorrerlo tutto per trovare quella determinata frase? Quella che mi aveva colpito tanto? Era il primo capitolo, o forse il secondo? Aspetta, non era nell’introduzione, magari? Ma io ci divento matto! Poi, vogliamo parlare della possibilità di evidenziare dei passaggi? Finalmente con l’ebook si può fare, si può fare a volontà senza timore di danneggiare il testo (puoi sempre cambiare idea e ogni evidenziatura puoi rimuoverla). 

C’è ovviamente un mondo che al libro cartaceo è precluso, come la condivisione di brani sui social network, la raccolta delle parti più evidenziate su apposite pagine web, etc etc… cose di cui, del  resto,  abbiamo già parlato in questo blog.

Era per dire quanto in realtà il libro digitale sia comodo, ancorché irriducibilmente diverso dal suo parente cartaceo. 

Così può succedere che a volte, mentre leggi un libro di carta (avviene, avviene: sono molti i libri, passati e presenti, che non possiedono la versione digitale), ti trovi improvvisamente ad esperire delle mancanze che prima non avresti avvertito. Così mi è capitato l’altro giorno, che stavo rileggendo dei brani da un saggio mentre mi preparavo per uscire. Un po’ preso dalla fretta, ho guardato il libro come per avere lumi: ormai assuefatto alla lettura in digitale, mi aspettavo che toccandolo da qualche parte, non so, avrebbe fatto come il suo cugino elettronico, mi avrebbe servizievolmente detto che ore fossero. Niente, si è splendidamente ed orgogliosamente rifiutato.

Io sono solo un libro, sembrava volermi dire.

E nel bene e nel male, ne devo convenire, aveva completamente ragione. 

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Mi regali uno dei tuoi ebook?

Certo stiamo attraversando un cambio epocale, legato alle modalità di fruizione della cultura. Sta già avvenendo, ma non ce ne rendiamo ancora propriamente conto. E’ qualcosa a cui penso sempre un po’ di più man mano che i miei contenuti digitali aumentano. 
Oramai la quantità di libri che ho acquistato nei circuiti digitali (soprattutto da Amazon) è diventata abbastanza rilevante. Se dovessero materializzarsi di colpo tutti gli ebook comprati in questi anni, prendendo improvvisamente forma fisica nel mio salotto, penso che dovrei uscire io di casa, per fare spazio. Già l’idea stessa mi fa tremare. Ho gli scaffali di casa ormai strapieni (con volumi parcheggiati in seconda e terza fila), la ricettività ulteriore sarebbe veramente minima: uno dei motivi per cui mi sono spostato sui contenuti digitali. Insomma, mi rendo conto della quantità di informazioni che sto accumulando in un mondo non direttamente fisico, diciamo pure virtuale.

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“Fammi finire, poi te lo presto io…”, perché in digitale no?
Il problema sorge inevitabilmente, al crescere della propria libreria. Cosa trasmettere di questo mondo, in futuro? Come passare ad altri la propria biblioteca? Certo quando si parlava di beni materiali, era abbastanza facile. La biblioteca di una persona rimane lì, comunque sia. Anche se dopo una crisi mistica il proprietario dei volumi è andato a finire in un monastero giapponese (per dire). I libri sono tutti a disposizione, possono essere presi, spostati, divisi tra diverse persone.
Eh già. Perché nel libro cartaceo informazione e mezzo di supporto coincidono in un oggetto. Tutto un altro problema per le librerie digitali. 
Al momento i miei libri su Amazon sono accessibili soltanto da me. Non posso – nemmeno volendo – alienarmene uno dandolo ad una altra persona, non posso prestarne uno (per quanto sembri strano) a chi volessi. Insomma, accanto ai vantaggi indubbi dell’editoria digitale, su cui ci siamo più volte soffermati, questo è ancora un punto delicato. Ci dovrebbe assolutamente essere un meccanismo per il quale posso almeno regalare uno dei miei libri a qualcuno. 
Lo so, lo so. Ora alcuni diranno che è un problema dei sistemi chiusi. E certo, se io ho un libro in formato epub non protetto, ad esempio (o con sistemi gentili di protezione come il Social DRM), sono libero di inviare il file a qualcuno, il quale lo può leggere senza problemi (sta a me comportarmi in maniera lesiva dei diritti di autore o meno, in questo caso). Nel caso dei sistemi chiusi come Amazon, Apple e compagnia bella, questo non è possibile: sono vincolato a ciò che Amazon (in questo caso) mi permette di fare. 
Lasciamo stare anche il fatto che tali sistemi, sia pure chiusi, hanno i loro vantaggi: trattasi di argomento sul quale comunque abbiamo già speso qualche parola. In ogni caso questo non può essere un alibi, per nessuno. Qualsiasi sistema adotto, io devo poter essere libero di regalare a qualcuno uno o più dei miei libri, o anche l’intera biblioteca, se io ne ho desiderio. Secondo me, non è pensabile di limitare la possibilità di donare un oggetto comprato, sia pure virtuale. E non sarebbe male, oltre a questo, poter prestare i libri, ovvero rendere possibile a qualcuno l’accesso al testo per un periodo limitato di tempo, periodo nel quale ovviamente io non vi posso accedere. 
Ora che la musica ha praticamente abbandonato l’infausta restrizione del controllo di accesso, e anche iTunes vende files mp3 senza protezione digitale, sembra che con i libri siamo ancora rimasti indietro, impigliati in noiosi cavilli, artificiosi steccati, irritanti barriere. Col risultato paradossale che un ebook piratato è molto più gestibile di un ebook per il quale ho investito i miei risparmi. Mi chiedo, quando potremo finalmente dire a qualcuno “Ma non l’hai letto? Io l’avevo preso in ebook e l’ho finito un mese fa, te lo passo io…” 

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Benvenuto Kindle Paperwhite!

Lo so, magari a voi non interessa. Però qualche riga la butto giù lo stesso, per salutare l’arrivo del mio ultimo lettore di ebook, il nuovo Kindle Paperwhite, appena uscito. Allora, intanto va detto che nei termini di consegna sono stati rapidissimi.  L’avevo prenotato un po’ di tempo fa: sul sito c’era scritto che il modello nuovo (quello che ho preso io) non sarebbe stato distribuito prima dell’otto ottobre, e dunque mi sono rassegnato ad aspettare…
In ogni caso, già il giorno prima della data fatidica qualcosa si stava muovendo. Un prelievo di 129 Euro dalla mia carta di credito mi aveva insospettito (lo so, ci voleva poco…. comunque, non posso dire di essere un grande investigatore). Verificando sul sito ho avuto la desiderata conferma: il mio Kindle era passato “in spedizione”. Stamattina ho avuto la possibilità di averlo in mano, con qualche ora di anticipo rispetto a quanto avevo previsto. 
Una foto dello spacchettamento, ci voleva… 😉
Intanto, mi direte: perché il Kindle? Ora, da una parte potrei rispondere, perché mi sono trovato molto bene con il mio vecchio modello (fino a che non ha deciso di salutarmi…), poi per una questione abbastanza ovvia, a pensarci: non avevo scelta. Nel senso, avendo formato una consistente libreria nella cloud di Amazon, sarebbe stata una pazzia optare per una soluzione diversa.
Comunque probabilmente l’avrei preso lo stesso, questo Paperwhite da 129 Euro. Certo se non fosse uscito questo nuovo, mi sarei anche accontentato del modello base (l’ha preso mia figlia e mi sembra comunque molto valido). Spendere di più per un modello con il 3G mi sembra francamente un’assurdità: ormai tutti hanno dispositivi mobili che possono generare una piccola rete locale, cui agganciare il Kindle, all’occorrenza. 
Venendo dunque al Paperwhite, in sintesi la mia opinione è questa: le caratteristiche  sono decisamente interessanti, e il prezzo tutto sommato non è esorbitante. Poi io dentro l’ambiente di Amazon mi ci trovo molto bene, e ne apprezzo decisamente le caratteristiche (in passing, la sua “chiusura” – lamentata da taluni – non mi infastidisce troppo, a fronte dei vantaggi che mi fornisce).
Due parole per chi pensa che – avendo magari un tablet – non valga la pena anche acquistare un vero ereader. Ragazzi… non c’è confronto! Per i libri veri e propri, un lettore dedicato è veramente più comodo. A parte il fatto che la specifica modalità di lettura (non hai davanti uno schermo retroilluminato, ma qualcosa assimilabile ad una vera pagina stampata) stanca molto meno la vista, poi un lettore come il Kindle – o i suoi analoghi – ha dalla sua la portatilità, la leggerezza, l’autonomia della carica… veramente per i libri il tablet non è la soluzione appropriata. Me ne sono accorto bene in questo periodo di interregno in cui non avevo – appunto – che l’iPad per leggere i miei ebook.
Prendendolo in mano e giocandoci un po’, l’impressione è sicuramente positiva (i dettagli a seguire in un prossimo post). Peso, dimensioni, sensazione al tocco. Nitidezza dello schermo, luminosità. Molto interessante, bel prodotto. E poi, basta collegarsi al wireless e tutti i miei libri sono lì, pronti per essere scaricati. Benvenuto Paperwhite 😉

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In difesa del kindle

Leggo da diverse parti che, per quanto concerne gli ebook, lo standard di fatto è il formato ePub, un formato aperto e leggibile da una numerosa schiera di dispositivi (praticamente, tutti tranne il kindle) e di software per computer, tablet, telefonino etc. Giusto. È poi sovente magnificato in virtù della sua “apertura”, in contrasto come sistemi come il kindle di amazon, che è invece piuttosto blindato verso l’esterno. Ok, vero anche questo. Un libro in formato kindle non lo leggi assolutamente al di fuori del circuito amazon, a meno di operazioni di forzatura di dubbia legalità…

Quindi il formato ePub sembrerebbe perfetto. E in effetti lo sarebbe. Se non fosse…

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Se dobbiamo muoverci in un ambiente “chiuso”, che almeno sia gradevole…
(Foto Lis Bokt su Flickr, licenza CC)
Se non fosse per l’infausto convitato, l’Adobe DRM. La esecranda protezione per la copia. Che riduce drasticamente la possibilità d’uso del file: quel file che dovrebbe essere nostro, una volta comprato. Perché i programmi e i dispositivi che leggono file ePub protetti in tal modo (esecrando modo) sono molto minori. Perché diventa tutto più complicato, ogni dispositivo deve essere autenticato dall’utente, non se ne possono avere più di n certo numero, e così via, restringendo e limitando. Il guaio è che la stragrande maggioranza dei libri nuovi, distribuiti in formato ePub, adotta questa protezione.

Dunque tante delle comodità del formato ePub, in questo modo, vanno a farsi benedire. Diciamocelo.

Tra l’altro, se per la musica ormai le barriere di protezione son ormai cadute, perché per i libri rimangono?

Quindi ritorno a preferire il formato di amazon. Va beh, è chiuso, ma intanto dentro il recinto, almeno, ti nuovi benissimo. Esiste software kindle per ogni dispositivo, poi il kindle vero e proprio è ottimo e relativamente economico. Poi c’è la sincronizzazione di lettura. Inizi un libro sul kindle, continui sull’iPad, poi sullo smartphone in fila alla posta (c’è sempre fila, alla posta…). Ci pensa il sistema a tenere il segno. Ti tiene tutti i tuoi libri sul cloud, pronti ad essere scaricati ovunque. Ti mostra anche le tue note e sottolineature, ti mostra anche i passaggi più evidenziati dalle altre persone. Non mi pare che il file ePub (protetto o non protetto in maniera esecrwnda) lo faccia.
Insomma almeno ho un valore aggiunto, a fronte della noia di avere uno standard chiuso. L’Adobe DRM mi sta cordialmente antipatico perché mi impone fatiche e restrizioni e come controparte non mi offre nulla.
Dunque era solo per dire che, no, rimango con il kindle. Ecco.

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Leggere in digitale…

Leggere in digitale ormai è possibile con una vasta serie di dispositivi. In linea di principio si può leggere un libro intero solo con uno smartphone (iPhone o Android che dir si voglia, o altro), anche se i più converranno con me sulla scomodità di leggere lunghi brani su un piccolo schermo (tuttavia mentre si è in fila alle Poste, sappiatelo, spesso l’applicazione Kindle è una ottima risorsa per non farsi venire il nervoso e non buttare il tempo). 
Leggere tramite il tablet ormai è abbastanza diffuso e leggo che anzi sta mettendo in crisi la stessa produzione di dispositivi basati sull’ e-ink, ovvero sull’inchiostro elettronico (o carta elettronica) che accompagna i classici lettori di ebook come il Kindle. In effetti le comodità di un dispositivo come un tablet sono innegabili. Schermo touch, flessibilità d’uso, versatilità. Se leggo un libro che parla di Parigi posso fermarmi un attimo e cercare Parigi su wikipedia, oppure posso seguire un link presente direttamente nel testo. Vi sono inoltre eccellenti testi multimediali pensati per specifiche piattaforme d’uso, come nel caso di Apple e dei suoi iBooks espressamente progettati per la fruizione su iPad. Senza contare il fatto che un tablet ha il vantaggio dei colori, dell’uso agevole anche senza luce ambientale, etc…
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Vedremo ancora scene così? O avremo tutti in mano un… qualcosa di elettronico??

Tutti questi vantaggi però hanno un loro lato negativo. In realtà, ho scoperto recentemente, per la mia esperienza d’uso, che molti di questi vantaggi sono in realtà dei fastidi, almeno per la lettura di libri più “classici”, come i saggi o i romanzi. Quei libri che fino a ieri (e ad oggi, per molti) eravamo abituati a prendere in mano e sfogliarne le pagine, le pagine reali intendo (vedi ragazza nella foto). 
Ho scoperto che non poter leggere la posta elettronica mentre sono assorto in un libro non è una limitazione: è un vantaggio. Che il peso ridotto del Kindle rispetto all’iPad è un altro vantaggio. Che lo schermo possa rimanere sempre “acceso” senza intaccare significativamente la batteria è – diciamolo – un altro bel vantaggio. Se poso il dispositivo sul tavolo e lo riprendo dopo due minuti (la classica cosa da sistemare, o la telefonata…) proprio come un vero libro, rimane con la pagina “aperta” dove l’ho lasciato. Un tablet spegne subito lo schermo, preoccupato com’è del sapiente uso della sua energia. Già, il Kindle se lo può permettere, visto il consumo assai ridotto.
Così ho ricominciato a leggere sul mio Kindle (nel caso ve lo stiate domandando). Ho sostituito la lampadina a basso amperaggio sul comodino (che non infastidisce chi dormisse accanto, ma fa poca luce e diffusa) con una di quelle a led prese da Ikea (stavo per scrivere iKea, deformazione da mela morsicata e da i-devices…). Posso dirigere la luce su un punto specifico senza illuminare molto intorno E ho rispolverato il Kindle che era fermo nello scaffale. Buono buono tra i veri libri. Quelli sì, aperti sempre di meno.
E voi? Leggete in digitale? Quali sono le vostre abitudini di lettura?

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Come leggere un epub

Il formato epub è ormai uno standard nel campo dei libri digitali. Se la soluzione di lettura ideale è probabilmente quella di caricare il file su un apposito lettore di ebook (praticamente ogni lettore, a parte il Kindle, permette di leggere libri in tale formato), che a motivo dello schermo speciale non illuminato, garantisce una esperienza di lettura potenzialmente affine a quella del classico libro cartaceo, vi sono ormai diverse soluzioni che permettono di leggere in maniera relativamente confortevole anche su altri supporti. Qui di seguito listiamo alcune possibili scelte, avvisando che molte alternative sono comunque disponibili, basta cercare un po’ in rete per trovare spesso soluzioni interessanti e gratuite.

Lettura di epub sul computer
  • Non possiamo non iniziare dal celebre programma Calibre. E’ ben più di un lettore di ebook, permette di gestire una vera e propria collezione, nonché di effettuare facilmente conversioni da un formato ad un altro (cosa estremamente utile per chi possiede un Kindle, come vedremo dopo). In realtà le sue potenzialità sono ben più vaste, perché include opzioni di sincronizzazione con vari device e comprende addirittura un server web per accedere alla propria collezione ovunque ci si trovi. Il programma esiste per tutti i principali sistemi operativi.
  • Non è comunque necessario istallare alcun software, se si vuole “soltanto” leggere. Vi sono ottime estensioni per i browser più diffusi, che li abilitano come piattaforme di lettura. Per gli utenti Chrome consiglio l’ottimo Readium, mentre gli utenti Firefox possono trarre vantaggio da un componente aggiuntivo come EPUBReader
Lettura di epub su iOS
  • Nel caso di un iPad o di un iPhone, l’ottima applicazione iBook, fornita di default nel corredo software, è già un ottimo lettore di epub. Data la qualità, probabilmente non ha molto senso cercare altro (almeno per gli epub non protetti).
Lettura di epub su dispositivi Android
  • Vi sono molti software disponibili, anche gratuitamente. La scelta come spesso accade è questione di gusti. Un software gratuito e leggero, con diverse funzionalità interessanti e notevoli possibilità di configurazione, è FBReader, di cui abbiamo già parlato (notare che esiste anche una versione desktop).
Lettura su Kindle di Amazon
  • E’ certamente un lettore eccellente, tuttavia non può leggere il formato epub. La cosa da fare è – attraverso un programma gratuito come Calibre – convertire il file in formato moby (quello nativo di Kindle), e poi inviarlo al lettore. E’ una cosa semplice che richiede poco lavoro, i risultati sono (per quanto ne so) ottimi. Inoltre, convertire il file in moby permette anche di leggere su computer o diversi dispositivi, utilizzando l’ottimo e onnipresente software Kindle.
Lettura online
  • Si può anche godere la gioia di una sana lettura senza dover istallare proprio nulla. Siti come Booki.sh permettono di creare un account gratuito e caricare facilmente la propria libreria di epub, per leggere praticamente ovunque, utilizzando un comune browser.
Come vedete per ogni dispositivo fisso o mobile esistono varie possibilità per leggere libri in formato epub. Tenete presente comunque che quanto scritto si riferisce a libri senza protezioni di Digital Right Management (o al massimo libri protetti con tecniche di Watermarking, la cui fruibilità è pari a quelli senza protezione).  

Sperando che questa breve rassegna vi sia stata utile, non mi resta che augurarvi buona lettura. A proposito, se avete  segnalazioni di software che vi piace e nono sono state menzionate nell’articolo, siete invitati ad intervenire nei commenti. Sarebbe interessante aprire un confronto sulla qualità dei diversi software, ad esempio…

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Leggere sull’iPad (II)

Continuo la mia disquisizione sugli ebook di Amazon già iniziata nel post precedente. Che ci volete fare, a me piace ragionare di queste cose e… Ah ecco: na caratteristica su cui non mi sono soffermato, è l’aspetto social che contraddistingue tale negozio di libri digitali.
E’ una caratteristica che garantisce – soprattutto con i libri più diffusi – una esperienza di lettura sociale decisamente interessante e assolutamente inedita, per il corrispettivo cartaceo. Leggendo un ebook di Amazon (su Kindle, su iPad…), puoi imbatterti in alcune frasi che sono state evidenziate da un gran numero di lettori. E’ stimolante vedere se le frasi che sono più importanti per te lo sono anche per altri.
Un’altra cosa simpatica è la facilità con cui puoi pubblicare le frasi che a te piacciono sui social network, Facebook e Twitter. In realtà ogni libro venduto su Amazon si guadagna una sua pagina dove afferisce tutta l’attività dei lettori intorno al dato volume. E’ una esperienza di fruizione del testo del tutto inedita, chiaramente facilitata dal passaggio al digitale. Ecco per esempio la pagina di un libro che a me piace molto, Cose che nessuno sa. Come si può vedere seguendo il link, il libro ha una pagina sociale composta dall’attività dei vari lettori, che evidenziano ed annotano dei singoli passaggi.
Una citazione dal libro di Alessandro D’Avenia.
Questa è una cosa che – a quanto ne so – ancora non ha alcun corrispettivo degno di nota, almeno da parte di iBook o di Google Play Books. Devo dire che è abbastanza nuovo come esperienza, prendere in mano un libro (ops.. un lettore con un libro) molto diffuso e imbattersi in passaggi dove viene riportato questo lo hanno evidenziato 2000 persone…  Amazon ci sta insegnando che leggere un ebook è anche una sorta di avventura sociale. Il passaggio al formato elettronico allora non è più una semplice trasposizione ma fornisce davvero qualcosa in più. 
E ho la sensazione che la strada sia appena all’inizio: già compaiono i primi esempi di riviste digitali che vanno oltre la semplice trasposizione dell’edizione cartacea, aggiungendo interattività, contenuti multimediali, etc…
Più il tempo passa, più il riferimento non sarà più il cartaceo, ma l’edizione digitale, con tutti i contenuti supplementari che questa può veicolare. 
Una strada tutta da percorrere, per gli amanti della lettura.

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Leggere sull’iPad

Benché possegga un Kindle, sempre più spesso mi trovo ad usare l’iPad come lettore di ebook. Le ragioni sono molteplici, e vanno dalla comodità di avere per le mani un solo strumento che fa tutto (gestire la posta elettronica, scorrere le news, consultare un sito quando serve), al fatto che è una device che non necessita di luce esterna (in pratica, posso leggere di notte senza disturbare nessuno). Ovviamente, niente batte un vero lettore di ebook come possibilità di leggere senza stancare la vista, e come visibilità in luce piena. Su questo siamo d’accordo. Ma per un uso domestico (in interni) mi pare che un tablet se la cavi abbastanza bene.
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Va bene un iPad per lunghe letture? Voi che ne dite?
Dite la vostra lasciando un commento!

A differenza del Kindle, sull’iPad mi trovo a poter scegliere tra vari fornitori, per i contenuti digitali da leggere. C’è ovviamente l’applicazione iBook con il suo store. Accanto a questa vi sono diverse altre applicazioni che possono egregiamente affiancare o sostituire il software di Apple. Quale scegliere è come spesso capita, più questione di gusti che di superiorità tecnica. 
iBook è un software splendido, devo dire. E’ fatto veramente bene: permette di scaricare libri acquistandoli dallo store di Apple, ovviamente, ma consente anche di inserire libri prelevati altrove, purché in formato epub non protetto (o con social DRM), oppure in PDF, sempre non protetto. La visione della libreria è molto curata e graficamente appagante. Inoltre permette una agevole divisione in varie sezioni. L’acquisto di libri consente di scaricare gratuitamente una anteprima del volume, per decidere di un possibile acquisto dopo aver letto le prime pagine. 
Altri vantaggi sono, un sistema di annotazione molto comodo e curato (con possibilità di evidenziare passaggi in vari colori e aggiungere note), l’esportazione delle note via email, la possibilità di gestire libri “speciali” con caratteristiche multimediali aggiuntive (libri d’arte con zoom sulle figure, ad esempio, ma non solo). Un’altra cosa che apprezzo molto è il fatto che quando si acquista un volume questo si sostituisce automaticamente all’anteprima acquistata (cosa che con Amazon non avviene).
Lo svantaggio principale è che è un sistema decisamente blindato. Io che non ho un iPhone (o non ancora…), se voglio rileggere un brano di un libro, non posso farlo via web o neanche via computer (nemmeno quelli con la meletta, per capirci), ma devo aspettare di tornare a casa e riprendere in mano l’iPad. A volte è seccante.
Kindle su questo punto è esattamente l’opposto. L’ubiquità è forse la sua dote principale. Esiste un’applicazione Kindle per quasi ogni cosa che abbia uno schermo (purtroppo linux rappresenta una notevole eccezione, in questo): gli ebook acquistati su Amazon li posso leggere sul Kindle vero e proprio, sul computer, sugli smartphone (Android e iOS), sui portatili… ovunque. Esiste perfino una web app che gira in un browser. E ogni volta – se sono in rete – il sistema aggiorna la mia posizione all’interno del libro. Inoltre posso inviare sui social network i passi rilevanti di un libro e le mie annotazioni in merito. 
Per chi legge molto, vi sono piccoli ma non trascurabili svantaggi. Le annotazioni su iBook sono più facili ed eleganti, qui vi è un solo colore per evidenziare. L’acquisto di un volume avviene separatamente dal campione gratuito, per cui si perdono anche le eventuali annotazioni già apportate sul primo. L’interfaccia grafica è certo curata ma non quanto quella di iBook (l’unica in cui mi sono imbattuto capace di simulare un libro vero e proprio, inclusa l’ombreggiatura che simula efficacemente la curvatura delle pagine verso il centro). Inoltre utilizzando entrambi gli store, mi sono accorto che molti libri, soprattutto quelli pubblicati non troppo di recente, se scaricati su Amazon non hanno un indice cliccabile che porti direttamente ai vari capitoli, mentre l’analogo su iBook mi pare ne sia sempre dotato. Per certi libri, è una comodità notevole.
Rimane il fatto che entrambi i sistemi sono chiusi nel loro splendido universo (più vasto quello di Amazon, più stretto quello Apple): non posso esportare un libro e leggerlo su una applicazione che piace a me.  Inoltre sono vincolato per l’acquisto ai rispettivi store. 
Il caso degli epub (protetti con DRM o non protetti) è già diverso, in questo. Hanno circolazione sicuramente più ampia, e non sono limitati ad uno specifico software di lettura, o device. Stay tuned, ne parleremo in un prossimo post!

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Quale lettore di ebook scegliere?

Stamattina ricevo una telefonata (a volte, capita). Una collega di un istituto qui vicino. Ma no, non è per questioni di ASDC che ti chiamo. Mi dice. Volevo qualche informazione riguardo l’acquisto di un ebook, G. mi ha detto che potevo rivolgermi a te…

Accipicchia, sembra che sia ritenuto un esperto! In realtà non ne so tanto, però la conversazione che ne scaturisce mi fa venire voglia di scrivere due righe. E quale posto migliore di SegnaleRumore, per questo? 
Tanto più che a mio avviso la situazione ebook per il nostro paese è cambiata radicalmente da pochissimi giorni, con l’arrivo dei libri digitali in lingua italiana sul negozio online di Amazon. Già sedicimila libri, secondo quanto riporta il banner su Amazon.it, sono disponibili per l’acquisto immediato, e verosimilmente altri se ne aggiungeranno presto. Accanto al fatto che è disponibile ad un prezzo molto interessante il nuovo Kindle Touch (sotto i cento euro), direi che la cosa è ancor più interessante. Anche per chi è inguaribilmente affezionato ai libri di carta, la prospettiva di cominciare ad entrare nel mondo del libro digitale può essere considerata allettante, viste le condizioni.
Ma che fare? Che lettore comprare? Questo mi chiedeva in pratica la collega, stamattina. 
Prima di rispondere vi voglio un pò raccontare… La mia storia con gli ebook comincia molti mesi fa, proprio con un Kindle. Mi interessava la sterminata disponibilità di libri in lingua inglese, pensavo anche che poteva essere comodo per familiarizzarmi con la lingua. Successivamente il Kindle è passato ad uno dei miei figli, e sono passato al Leggo di IBS. Mi sembrava interessante come caratteristiche e con la possibilità comunque di accedere ad un catalogo di libri italiani sufficientemente ampio (anche se lacunoso in più parti). Successivamente però al Leggo è stato affiancato un altro Kindle. Non è facile stare lontani dalla device di Amazon: per la sua qualità di lettura, e soprattutto per l’ecosistema che gli è stato costruito intorno.
Leggere
Che ne dite, non leggeremo più così… tra un pò di anni?

Certo, Amazon ha un sistema chiuso. Un libro preso da Amazon non lo leggi su altri lettori. E questo certamente dispiace. Però c’è il rovescio della medaglia, ed è un rovescio “di peso”. Un libro preso da Amazon (ora anche italiano, appunto) lo leggi veramente dovunque. Qualsiasi cosa abbia uno schermo, anche piccolo, può leggere i libri che hai preso su Amazon. iPad, iPhone, tablet e smartphone Android, MacBook, PC Windows. Ognuno ha il suo programma per leggere i tuoi ebook, scaricabile gratuitamente da Amazon.
Manca un client linux, questo purtroppo è vero: una ricerca sullo store di Ubuntu per “Amazon” mi ritorna Flight of the Amazon Queen.. un gioco – anche gratuito – che sembra essere divertente.. “Imbarcati in un’avventura per salvare una principessa rapita e nel frattempo scopri le sinistre intenzioni di una società Lederhorsen situata un un luogo molto sospettoso” (Come fa un luogo poi ad essere sospettoso? Magari è più facile che sia soltanto sospetto…). Ma questo è un altro discorso…   
Oltretutto, il whispersync è indubbiamente comodo. Leggi un pezzo di un libro con il Kindle, prosegui con lo smartphone, riprendi da un’altra parte con l’Ipad, e ogni volta ti trovi al punto giusto… tutto questo certamente vuol dire qualcosa. Oltre al fatto che hai a disposizione un sacco di gadget, intendo…  🙂
Ora che ho i libri in italiano per il Kindle il Leggo rischia di rimanere fermo sullo scaffale (penalizzato anche dalla necessità di un aggiornamento software tanto atteso e ancora non rilasciato, per abilitare finalmente funzioni importanti come l’annotazione del testo). Mi secca dirlo, ma per quanto chiuso, l’ecosistema di Amazon è davvero molto comodo.
Poi certo, ci sono tanti altri lettori in circolazione. Ogni lettore serio deve almeno leggere gli epub protetti con DRM di Adobe, che è lo standard fuori dal mondo Amazon, adottato da tutte le principali librerie online anche in Italia. Per il resto, bisogna chiaramente vagliare le caratteristiche del lettore, caso per caso (scheda di memoria, qualità dello schermo, collegamento wifi, etc).
Come orientarsi allora? Alla collega, ho dato un consiglio molto semplice. Partire dai libri. Che libri vuoi leggere? Li trovi sul negozio Amazon? O la maggior parte li trovi altrove? Ecco, io partirei da questo per selezionare il lettore. O almeno fare la prima scelta importante: Kindle o… non Kindle.
Tenendo presente, in caso di dubbio, che il prezzo attuale del Kindle Touch è davvero intrigante (il leggo l’ho pagato esattamente il doppio), e che è più che probabile che la libreria di Amazon italiano venga rimpolpata via via.. 
Disclaimer: no, seriamente, non prendo un euro da Amazon per questo post… …purtroppo… 🙁

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