Dovrei comprare un iPhone SE?

Stavo leggendo una interessante recensione del nuovo iPhone SE sull’ultimo numero di MacWorld. Ora, da una parte mi pare molto positivo che vi sia un iPhone abbordabile ad un prezzo meno che stellare, certamente lo è.
Leggo anche, sempre sulla stessa sapida recensione (a proposito, sul numero di giugno, che è appena arrivato in Readly), grandi cose del suo processore A13 di Apple. Bene, ottimo. E che, essendo un “nuovo” iPhone, in ogni caso, beneficerà per alcuni anni di tutti gli aggiornamenti di iOS, laddove (e questo è vero) per Android sulla stessa fascia di prezzo si “sganciano” relativamente presto dalla versione più recente del sistema operativo, ricevendo al più i doverosi aggiornamenti di sicurezza.
Quanto spendo, per metterci le mani sopra?
Però ci sono ancora diverse cose che non riesco ad elaborare, che secondo me inficiano un po’ l’appetibilità di questo iPhone “economico” (le virgolette sono d’obbligo, essendo il prezzo di partenza fissato sul sito di Apple a 499 Euro, con la dizione probabilmente opinabile, a meno di quello che pensi).
Cose che, non dico puntino a veri e propri difetti, ma sono istanze che alla mia valutazione appaiono un pochino, diciamo così, problematiche. Peraltro è ampiamente questione di gusti, di percezione soggettiva, perché si trovano agevolmente opinioni un po’ diverse, sui vari siti.
Uno, il display. Questo brillante display retina da 4.7‘’ proprio. Ma scusate, non è un po’ piccolo? Intendo, per gli standard attuali. Io posseggo un Samsung Galaxy A8 (del 2018) e ha un display di 5.6‘’ e ancora a volte mi pare piccolino. Non so se vorrei tornare ad un 4.7‘’, anche se con un brillante processore dietro, e il marchio della mela a garanzia. Non so, magari invece c’è chi vuole.

L’altra è la risoluzione. Anche qui confronto con quello che ho, tanto per rimanere sul concreto. L’iPhone SE “vanta” una risoluzione di 1334 x 750 pixel, il mio (che non è in alcun modo un Android di fascia alta) se la cava egregiamente con 2220 x 1080 pixel. Abbastanza di più, per un telefono che costa abbastanza di meno (e non è più certo un “nuovo modello”). Certo con lo schermo piccolo la risoluzione minore si nota meno, siamo d’accordo. Ma qualche dubbio mi rimane.
Il mio dubbio è insomma quello di sempre. Quando posso essere disposto a pagare per entrare (o rientrare) nel modo Apple di vedere le cose? Pagare 500 Euro per un iPhone piccolino, con risoluzione (indubbiamente) limitata, ha senso solo come acquisizione di un terminale che “dialoga” con il resto del mondo Apple. Ovvero, se ho un iMac ad esempio, o un iPad, la scelta indubbiamente porta alcuni vantaggi di maggiore compatibilità. Vantaggi a cui ognuno può dare il suo peso.
Con meno di 200 Euro (meno della metà del prezzo) posso prendere un Galaxy A40, anche lui 64 GB di memoria (ma estendibile), display 5.9‘’, risoluzione 2340 x 1080. Che quando lo accendi, ti si aggiorna (provato) ad Android 10.
Ovviamente sono in ambiente Android, in questo caso. Vuol dire che alcune app non le trovo, anche se la maggior parte esiste nei due ambienti, oramai.
Naturalmente ci sarebbero da fare comparazioni ben più articolate di quella che ho abbozzato io, molto limitata. Ma del resto, qui si appuntano solo alcune considerazioni, opinabilissime per carità. Alcuni spunti, diciamo.
Ma questa domanda, guardando l’iPhone SE, mi rimane addosso, per il momento. Quando sono disposto a pagare il biglietto di ammissione al mondo iOS? E collegata a questa, ovviamente: questo prezzo di appartenenza è in qualche modo giustificato, da un punto di vista meno emotivo?
Lo scopriremo solo vivendolo, diceva il poeta (cantore). Qui io direi, lo scoprirò solo indagando in me stesso, scrutando i miei desideri, cercando di comprendere, con pazienza, quanto sono “indotti” dal mercato, quanto sono compensazioni di altri desideri di ben altra possibile compiutezza, quanto sono autentiche scelte ben ponderate.
Tutte cose che alla fine, hanno ben poco a che fare con un telefonino…

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Twitter e Jaiku, per come li vedo io (al momento)…

Frequentando un poco, per puro diletto di curioso del web2.0, entrambi gli “universi paralleli” dei due (forse) principali sistemi di microblogging, Twitter (sono qui) e Jaiku (sono qui), ho cominciato a percepire ed apprezzare una quantità di piccole/grandi differenze nei due servizi: pian piano che uno li usa, si accorge in realtà che – dietro il fatto della “storica” limitazione del post a 140 caratteri al massimo – le differenze sono svariate e credo influenzino in una certa misura anche l’uso stesso del mezzo, più o meno incoraggiando un sistema di comunicazione che viene modellato – giocoforza potremmo dire – sulle peculiarità tecniche dello specifico veicolo tecnico utilizzato.

Direi subito che a mio avviso, la domanda di quale dei due sistemi sia “il migliore”, si rivela malposta, e tanto pertinente quanto quella di chiedersi se le pere sono migliori delle mele (o viceversa): questo proprio per le differenze nei due sistemi.

Veniamo dunque (per chi è interessanto) alla mia piccola lista, suscettibile di modifiche e amplimenti…

Quel che mi piace di Twitter…

  • Velocità, estrema semplicità, minimalismo (finora insuperato).
  • Nessuna forma di pubblicità, almeno al momento. Ma a proposito, come guadagnano?
  • Non vi sono commenti ai post.. o meglio sono allo stesso livello gerarchico dei post: questo incoraggia l’uso del microblog come esso è e non solo per fare chat. Questo può essere un bene, perchè chi posta non si sente obbligato a scrivere sempre cose significative o che provochino discussioni, ma anche semplicemente quello che gli passa per la testa nel momento…
  • Possibilità di vedere le pagine delle altre persone insieme ai loro contatti: ottimo per scoprire nuove persone da seguire, in maniera veloce.
  • Possibilità di salvare i post che si ritengono importanti, sia propri sia altrui, cliccando sulla stelletta accanto al post (un pò come per Gmail di Google)
  • Traduzione automatica degli indirizzi web tramite il servizio tinyurl.com
  • La base molto larga di utenti
  • La larga disponibilità di “bot” e programmini vari per estendere a piacere le funzioni di twitter (anche se così si perde un poco del suo minimalismo)

Quel che mi piace di Jaiku…

  • Il bel client per il mio Nokia N73 (anche se potrebbe essere migliorato) 😉
  • La possibilità di arricchire i post con delle icone (scelte da un set standard)
  • La possibilità di fare commenti ai post (sì: mi piace e non mi piace…), si possono sviluppare discussioni anche lunghe da un post breve. Non sono sicuro di apprezzare il fatto che i commenti non abbiano limitazioni in lunghezza, a differenza dei post…
  • Possibilità, via web, della visione con e senza i commenti
  • Il fatto di essere quasi un lifestreaming: importa nativamente i feed di altri siti
  • La capacità di creare dei “canali” tematici: anche questa è un’opportunità di conoscere persone da seguire, selezionandole naturalmente per interessi comuni.

..che dite? Ho scordato qualcosa? Semmai aggiungiamo nei prossimi post, magari mettendo “quel che non mi piace” di Twitter e Jaiku. 😉

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La differenza tra “documenti” e “documenti-web” …

Trovo un post molto interessante sul blog di zoho.com (una suite di programmi di “office online”), riguardo le differenze tra i classici “documenti” (quelli che si creano e si modificano sul disco rigido del proprio computer) e i cosiddetti “documenti web” (che si creano e modificano tramite perlopiù un normale browser, e risiedono fisicamente su server remoti).

Chiaramente, fino a poco tempo fa esistevano solamente i “documenti”, dato che le condizioni per i web document non erano ancora pronte: tra queste, ovviamente, è necessario poter disporre di un accesso ad internet costante, in modo da poter lavorare sui documenti come fossero “a casa propria”. I vantaggi, a parer mio, sono considerevoli, come spiega bene il post… gli svantaggi – come magari una certa lentezza nella gestione di documenti lunghi, o possibilità di editing minori rispetto a programmi come MS Word o Openoffice.org – andranno (penso) via via diminuendo, con il progredire della tecnica e del software sul quale si appoggiano…

Many people consider online applications as a replica of offline applications and documents created using these online apps are similar to the ones created using the offline counterparts. They are NOT the same. Let me explain.Documents created using offline apps lack additional information, meta data and context which their online counterparts provide which makes online docs more valuable than the current documents most people use.So, what are the specific advantages of web documents against traditional documents? Here are a few… Mobility, Sharing & Collaboration

Zoho Blogs » Document vs Web Document

(Molte persone considerano applicazioni online come una replica di applicazioni offline e considerano similmente documenti creati con applicazione online e offline. Essi in realtà NON sono la stessa cosa. Fatemi spiegare. Documenti creati usando applicazioni offline mancano di alcune informazioni supplementari, meta data e contesto, che le applicazioni online forniscono, e che rendono queste ultime più interessanti dei normali documenti che usa la maggior parte delle perosne. Quali sono i vantaggi specifici dei web documents ? Eccone alcuni: Mobilità, condivisone e collaborazione…) (N.B. Traduzione “libera” del sottoscritto)

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