Benvenuto iMac!

[English version here] Finalmente è arrivato. Ieri prendo lo scatolone e lo porto a casa. Pesante, ma nemmeno troppo. A sera è ancora chiuso: beh si capisce, è per mio figlio (formalmente….) e dovrebbe essere un premio per i risultati scolastici. Il punto è che i risultati medesimi sono ancora, perlomeno, controversi.
Alla fine ci si decide. Chiunque viva in famiglia, a qualsiasi livello, sa che l’arte del compromesso è una qualità necessaria e anzi spesso determinante, ai fini del buon andamento delle relazioni familiari. 

Papà almeno montiamolo, io tanto non ci gioco, vedo solo se funziona…. (non ci crede nessuno, ma tant’è)

E io che, di mio, guardavo questo scatolone e pensavo però è un peccato non provarlo…. Dovremo pure vedere se è tutto a posto…

L’unica cosa che mi fermava, era una certa dose di pigrizia: il pensiero di sballare montare e configurare almeno un pochino tutto questo ambadardan all’ora in cui ormai si potrebbe stare a letto a leggere un buon libro, oppure a dormire…. oppure… 
Insomma la curiosità e la richiesta del figlio hanno la meglio. Mi decido e spacchettiamo. Speriamo almeno sia una cosa veloce. Mi viene in mente il computer del fratello più grande, quello con Windows. Attacca i cavi, il monitor, il mouse, gli altoparlanti, poi il cavo di rete (e già sei in mezzo ad una foresta di cavi che tendono ad intrecciarsi in maniera polimorfica), poi configuri, poi… poi….

New, new workspace - 2011
D’altronde, anche l’occhio vuole la sua parte….

Beh stavolta non é stata cosa veloce. E’ stata cosa velocissima. Questione di appoggiare l’iMac sulla scrivania, attaccare la spina. Appoggiarci davanti tastiera e mouse wireless. Accendi. Metti la password della rete wireless. A posto. Uno spettacolo. E funziona tutto, da subito. La tastiera e il mouse sono già configurati e associati al computer (fa piacere riscontrare questa cura anche per i piccoli dettagli). In pratica, due secondi per  creare un account e sei subito operativo.
Lo schermo, pur essendo solo quello da 21.5”, è di per sé uno spettacolo. Il computer in sé ruba veramente poco spazio. E hai Mac OS X a bordo. Con tutto il software di gran classe che ci puoi mettere, sovente con una spesa moderata (e lo dico avendo passato anni con Windows e Linux, penso di sapere abbastanza cosa c’è in giro per gli altri S.O.)
Mi piace. Mi piace molto. Elegante, comodo, poco ingombrante. Sono così contento di non aver tentato di risparmiare, deviando sul classico PC con Windows (sul quale ritagliarsi la classica partizione per Ubuntu). Devo fare outing a questo punto: sono diventato un macchista abbastanza convinto, e non me ne pento.   


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Pubblicato da Marco Castellani

Marco Castellani, astronomo, divulgatore, scrittore

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