Questa povera macchina

Hai ragione, Marco. C’è ben poco da temere dall’intelligenza artificiale, almeno per il momento. Leggendoti, mi sorprendo di come non temiamo i veri pericoli, mentre intanto ce ne inventiamo continuamente di fittizi. La nostra intelligenza ha provocato devastazioni immense, nel secolo appena passato (è intelligenza progettare campi di sterminio e bombe atomiche, è intelligenza sviluppare gulag, lager e tutto il resto, magari con criteri di “efficienza”). E già come abbiamo iniziato questo nuovo secolo, non è poi da stare troppo allegri.

Ma allora come mai invece di curare l’uso della nostra intelligenza – ovvero di curarci noi stessi, educarci a bilanciare ragione calcolante e cuore, logica ed affettività, dubitando di ogni ideologismo e di ogni disincarnazione, di ogni astrazione dai nostri corpi doloranti e imploranti aiuto – perché rimandiamo colpevolmente il cammino per la nostra maturazione, sempre più urgente e necessario, inventando ad arte pericoli che (se pur esistono) sono di scala infinitamente minore? Sarebbe da domandare a Chat GPT, a questa povera macchina, se soltanto potesse dircelo.

Il fatto è che lei non ha proprio idea. E cosa ben più grave, spesso non ne abbiamo idea neanche noi.

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La sala d’attesa?

Forse può essere divertente, ma alla fine rimango con un senso di insoddisfazione, quasi di amarezza. Lo spot recente di Apple punta giustamente ad evidenziare il fatto che i dati della salute gestiti dallo smartphone debbano essere considerati come dati sensibili (e lo sono) e dunque essenzialmente privati.

https://www.youtube.com/watch?v=nPtg_l_X1Es

E siamo d’accordo.

Io però che uso Samsung Health sul buon vecchio Galaxy M31 invece che il suo software su un suo iPhone, non penso per questo di diffondere i miei dati urbi et orbi (a meno di smentite, certo). Dunque sarebbe forse meglio, per un gigante come Apple, puntare sulle qualità del suo software invece che seminare inquietudini ingiustificate, seppure in modo originale.

Dobbiamo andare verso un mondo coeso in cui la tecnologia non ci spaventa, perché la conosciamo sempre di più ed entra a far parte delle nostre vite, senza per questo dominarle o condizionarle oltremisura.

Difficile, vero? Ma se la nostra intelligenza (come ci dice Federico Faggin) supera di molto quella artificiale, perché mai non dovremmo coltivare alte (e soprattutto umanissime) pretese?

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Adeguarsi allo standard

Certo c’è modo e modo, potremmo dire. Adeguarsi allo standard in certi casi pare esser qualcosa di difficile. Ognuno ha le sue ragioni, sicuramente. Se ne potrebbe parlare all’infinito: evitiamo.

Se non hai il cavetto “giusto”, vai piano piano…

La legislazione europea ha richiesto che gli iPhone e altri apparecchi di Apple si uniformino allo standard USB-C già adottato ampiamente nel mondo Android. Una cosa estremamente positiva, a mio modo di vedere. Una comodità incredibile, usare un solo cavetto per tutto (smartphone, tablet, lettore ebook, eccetera).

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S23 Ultra, vale la pena?

Interessante la newsletter BBC Science Focus (in inglese), perché arriva proprio all’ora di pranzo (almeno per il nostro fuso orario) e in un formato snello e compatto, propone due o tre articoli legati alla ricerca scientifica e ai risultati più intriganti e che possono destare curiosità.

Basta una moderata conoscenza della lingua inglese (o l’uso di un traduttore) e la fruizione può regalare qualche minuto prezioso per distogliere la mente dalle occupazioni della giornata, senza dare quella spiacevole sensazione di perdita di tempo, che può prendere durante lo scorrimento verticale (per dirla con Samuele Bersani) dei post nel social a cui siamo più affezionati.

Fino a che punto ha senso investire su uno smartphone?

Apprezzo che ogni tanto vengano anche presentati dei prodotti. Oggi è il turno di Samsung S23 Ultra, un telefono decisamente di fascia alta, e molto costoso. Specifico che io sono particolarmente affezionato ai prodotti Samsung (questo laptop da cui sto scrivendo, il mio orologio, il mio telefono e un tablet sono tutti della marca coreana), tuttavia – e lo metto come spunto di riflessione, che raramente si trova nelle recensioni – non posso che fare mio quanto appare nella prima parte dell’articolo (tradotto al volo grazie a Vivaldi translate) :

 .. il Samsung Galaxy S23 Ultra è eccessivamente costoso, chiedendo gentilmente di sborsare un minimo (sì, minimo) di £ 1249. Quindi questo lascia una grande domanda: può uno smartphone veramente valere così tanti soldi, e per coloro che sono pronti e disposti a perdere i risparmi di una vita per il proprio smartphone, il Samsung Galaxy S23 Ultra fa al caso tuo? Abbiamo trascorso un po ‘di tempo con il dispositivo per scoprirlo…

Se il prezzo in sterline vi lascia (come a me) un po’ interdetti e dubbiosi, specifico che su Amazon si trova al momento a 1160 Euro. La domanda (che vale parimenti per i nuovi iPhone e per gli Android top) rimane la stessa: è ragionevole investire così tanti soldi per uno smartphone?

Io ho alcuni dubbi, in proposito.

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Vivaldi e le aree di lavoro

Segnalo con piacere l’arrivo della versione 6.0 del browser Vivaldi, con diverse interessanti novità.

La cosa più intrigante per me è l’introduzione delle aree di lavoro, che permettono di separare gruppi di linguette in modo molto comodo ed efficace, dividendo ad esempio le pagine aperte per lavoro, per svago o semplicemente le pagine che si vuole esaminare in un secondo tempo.

Il browser Vivaldi alla versione 6.0 con le “aree di lavoro”

Vivaldi si conferma come un browser particolarmente flessibile, costruito sullo stesso “motore” di Chrome ma estremamente più versatile. Veramente non vedo (più) motivo per non passare a Vivaldi, se si usa il browser di Google.

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Partenza… in musica!

Forse è argomento per StarDust, ma trattandosi (anche) di musica il post lo inserisco qui, su SegnaleRumore. Ecco qui infatti la playlist organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicata alla missione Juice, che dovrebbe essere lanciata a poche ora dal momento in cui scrivo queste righe.

Juice è destinata all’osservazione di tre lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Europa e Callisto. Quasi inutile dire che per la presenza di acqua liquida sotto la superficie, sono di estremo interesse per gli studi sulla vita extraterrestre.

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Twitter, segno di un mondo al collasso?

Non mi sono pentito di avere (praticamente) abbandonato il mio account Twitter, tempo fa, per approdare a Mastodon. Sempre più il destino della piattaforma di microblogging sembra essere legato alle eccentricità del suo nuovo proprietario, per cui è lecito perfino dubitare sul destino a lungo termine di tale piattaforma. Per citare Paolo Attivissimo, la gestione di Twitter sotto Elon Musk sta inanellando una serie di idiozie informatiche davvero straordinarie.

Quanto è libero il canto degli uccelli! Ma quello blu?

L’ultima mossa è la scomparsa di Twitter Inc. che, come annota HDBlog.it, segna la nascita di una nuova era, sempre più Musk-dipendente. Dove appunto Twitter Inc. si scioglie nelle varie x-qualcosa dell’eccentrico miliardario.

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Spulciare tra le riviste

Ogni tanto medito se interrompere il mio abbonamento a Readly1, tanto per risparmiare un poco. Poi ci sono anche diversi giorni in cui non apro nessuna delle riviste alle quali ho accesso. E devo dire che ci sono riviste che vorrei fossero nel paniere, ma non ci pensano ad arrivare. Mi piacerebbe avere Riza Psicosomatica (ci sono riviste di psicologia ma quella a mio avviso è unica), il National Geographics e magari Le Scienze (oppure Scientific American, va bene lo stesso). Se addirittura poi arrivasse qualche pubblicazione in italiano tra i quotidiani, beh… sarebbe fantastico.

Leggere una rivista può rappresentare un bel momento distensivo…

Però alla fine di riviste valide ce ne sono tante. Tra le mie, PC Professionale, PC Pro, Macworld, BBC Music, Prog Italia, New Scientist e diverse altre.

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